Mentre si accallano le prese di posizione sullo stop alle cessioni dei crediti per il superbonus al 110% in città, ad Ascoli ci sono anche criticità formali e di conformità che mettono a rischio numerose pratiche avviate dai cittadini tra le 820 pratiche presentate per l’efficientamento energetico nel 2022. E’ quanto emerge dalla comunicazione fatta nel gennaio scorso dallo Sportello unico per l’edilizia dell’Arengo a tutti gli ordini tecnici professionali. Nella mail inviata, infatti, si parla, facendo riferimento alle 820 pratiche che “circa la metà è stata presentata nei dieci giorni precedenti le scadenze del 25 novembre e del 31 dicembre 2022”. E si aggiunge che “Rispetto alle Cilas presentate, specie per quelle inoltrate in prossimità delle predette scadenze, si sono riscontrate delle forti criticità nelle conformità degli interventi e nel livello di adeguatezza della documentazione prodotta, in alcuni casi carente anche di una descrizione in forma sintetica degli interventi da realizzare”. Sempre nella comunicazione dell’Arengo agli ordini tecnici professionali e all’Ance si preannunciava la fase di verifica di tutte le pratiche, aggiungendo che “le anomalie riscontrate saranno oggetto di un percorso eccezionale di integrazione istruttoria al fine di garantire ai procedimenti attivati la giusta adeguatezza formale e, laddove possibile, sostanziale degli interventi proposti anche sotto il profilo della conformità urbanistica ed edilizia degli stessi; verifiche che verranno condotte, tenuto conto della eccezionalità del carico istruttorio, entro un termine ordinatorio di almeno 90 giorni dalla presentazione delle Cilas, al termine del quale le stesse verranno archiviate – per dare certezza alle situazioni giuridiche attivate – o valutate, per le ipotesi di interventi non conformi alla strumentazione urbanistica vigente”.
LA RICOSTRUZIONE
Nel frattempo, proprio il presidente provinciale dell’Ance (associazione costruttori di Confindustria), Massimo Ubaldi, torna a suonare il campanello d’allarme per la ricostruzione. «Aldilà del problema nazionale, – spiega Ubaldi – nelle aree del terremoto era stato individuato lo strumento del superbonus per evitare gli accolli dei proprietari di immobili danneggiati dal sisma, visto che tali accolli non ci sono mai stati per altri terremoti. E con il bonus al 110% si era trovata una soluzione, seppure con diverse complicazioni. Ma ci si attendeva che almeno il sottosegretario al Mef con delega alla ricostruzione intervenisse per far escludere preventivamente le aree del sisma dallo stop alle cessioni di crediti. Ora, pur dando per scontato che si interverrà in tal senso, nel frattempo si perderà ancora tempo per la presentazione dei progetti».