L’Arengo si dichiara pronto al censimento contro l’occupazione abusiva di immobili, così come richiesto dalla circolare del Ministero degli interni inviata in Prefettura. Casi di edifici utilizzati irregolarmente, senza alcuna autorizzazione, di fatto, nel capoluogo piceno ce ne sono già stati e potrebbero continuare ad esserci. Basti ricorda gli sgomberi a Pennile di sotto e quelli a Villa Rendina, senza dimenticare il caso di San Pietro in castello, quello di alcune ex scuole e le occupazioni abusive di qualche alloggio popolare in attesa di manutenzione. Ora la circolare ministeriale parla chiaro: subito un censimento di tutti gli edifici di proprietà di enti pubblici non utilizzati ufficialmente per far sgomberare coloro che abusivamente si siano introdotti per vivere sotto un tetto non autorizzato o per utilizzare locali senza alcun atto di concessione. Proprio da un confronto della Prefettura con i sindaci dovrà partire, dunque, la verifica a tutto campo sugli immobili.
L’input indirizzato proprio in questa fase dal Ministero dell’interno alla Prefettura intende mettere un freno all’occupazione arbitraria di immobili. Dal punto di vista concreto, il Governo indica come unica soluzione percorribile il «censimento degli occupanti di immobili, che deve essere condotto, anche in forma speditiva, sotto la regia dei Servizi sociali dei Comuni e, laddove occorra, con l’ausilio dei soggetti del privato sociale». Il censimento dovrà essere finalizzato alla possibile identificazione degli occupanti e della composizione dei nuclei familiari, «con particolare riguardo alla presenza all’interno degli stessi di minori o altre persone in condizioni di fragilità, oltre alla verifica della situazione reddituale e della condizione di regolarità di accesso e permanenza sul territorio nazionale».
L’Arengo, attraverso le parole del sindaco Castelli, si dichiara pronto a partire con questo censimento a tutto campo per contrastare chiunque utilizzi abusivamente e furbescamente il patrimonio comunale.
«Apprezzo i contenuti di questa circolare – dichiara il sindaco – perché si basa sul principio di mettere davanti la sicurezza rispetto all’illegalità. Considerando comunque un occhio di riguardo per le fragilità e le situazioni di grave disagio sociale. Noi come Comune siamo a disposizione e attendiamo la chiamata del prefetto».
Ad Ascoli, non sono mancati e non mancano casi di occupazioni abusive di edifici. Ed è lo stesso sindaco a citare qualche situazione che ha richiesto gli sgomberi a Pennile di sotto, negli alloggi popolari, così come per Villa Rendina e in alcune ex scuole comunali. Ma aldilà di alcune situazioni, sicuramente i casi più delicati e da tenere sotto controllo, secondo Castelli, sono quelli relativi al patrimonio dell’Erap, ovvero quelli alloggi popolari che, una volta riacquisitie, restano inutilizzati in attesa delle necessarie manutenzioni. In questa fase si può verificare che qualche furbo si introduca abusivamente, approfittando dello stallo in attesa che arrivino le risorse per sbloccare i lavori di sistemazione di quegli alloggi. Altro esempio di tentativi sventati di occupazione abusiva di immobili, quello relativo al parcheggio di San Pietro in castello dove qualcuno, approfittando delle palazzine inutilizzate e del buio, aveva sfruttato la situazione per vivere e dormire lì dentro. Ma poi il Comune intervenne con l’installazione di grate alle finestre e di telecamere . Altre occupazioni abusive si erano registrate a Campolungo (ex area Gentili).