Contributi adeguati per una ricostruzione che restituisca edifici sicuri in caso di sisma, grazie alle nuove tecnologie. E ancora, sei mesi di tempo per completare gli interventi di ricostruzione lieve e due anni per quella pesante, con penali in caso di ritardi e premi alle imprese in caso di anticipazione dei tempi. Inoltre, la possibilità di affidare i lavori a ditte di fiducia con prezzi pari ai contributi concessi, resi noti prima di iniziare i lavori, con ribasso predeterminato del 3% e la possibilità di ricostruire gli edifici nei borghi semidistrutti come nell’Arquatano, con stessi materiali e volumetrie, ma con l’adozione di nuove tecnologie per garantire sicurezza in caso di terremoti. Questi i punti cardine del nuovo disegno di legge presentata in Parlamento dall’onorevole ascolano Roberto Cataldi (M5s) per agevolare la ricostruzione nelle zone del sisma. Una proposta legislativa nata proprio dal confronto col territorio, con i suoi tecnici, al fine di superare l’enpasse e i ritardi finora accumulati e consentire una reale ripresa.
Il nuovo disegno di legge per agevolare la ricostruzione nei territori colpiti da sisma è, in realtà, di matrice tutta ascolana. L’onorevole del Movimento 5 stelle Roberto Cataldi ha depositato alla Camera dei deputati il testo elaborato anche attraverso il confronto diretto e via social con i cittadini, oltreché con i tecnici del territorio. «Il mio augurio – afferma Cataldi – è che l’impianto normativo possa essere in qualche maniera “adottato” del futuro commissario».
«Allo stato – si legge nella premessa della proposta di legge – dobbiamo prendere atto che in molti paesi colpiti dal sisma è impensabile ricostruire in base ai piani regolatori moderni. Per tale ragione è opportuno che si consenta di realizzare nuclei urbani il più possibile simili a quelli preesistenti, ma tenendo conto delle nuove tecnologie per la sicurezza delle costruzioni, in modo da evitare anche nei prossimi anni, vittime, danni ed ulteriori costi sociali».
Diverse le novità previste dalla nuova proposta di legge per la semplificazione e velocizzazione delle procedure di ricostruzione nelle aree terremotate firmata da Cataldi. In tal senso, una priorità è permettere la ricostruzione di fabbricati progettati per sopportare il sisma, in futuro, senza subire danni che impediscano di utilizzarlo e, quindi, senza perdere l’agibilità. Per questo, anche i contributi dovranno essere adeguati per interventi che restituiscano edifici sicuri dal punto di vista antisismico. Quindi, contributi più alti rispetto alla mera ricostruzione dell’immobile. Contributi che, comunicati prima, possano anche permettere l’affidamento a ditte di fiducia, ma sulla base di un prezzo pari all’importo del contributo con un ribasso fisso del 3%. Inoltre, altro aspetto ritenuto importante è la tempistica: per la ricostruzione lieve, massimo 6 mesi per concludere gli interventi, mentre per quella pesante fino a 2 anni. In caso di ritardi la previsione di penali automatiche e di “premi” in caso di lavori in anticipo rispetto al termine prefissato.