di Luca Marcolini
Testa alta e piedi a terra. Orgoglio e umiltà. E’ questo l’Ascoli che adesso deve continuare a meravigliare tutti senza guardarsi allo specchio e senza montarsi la testa per un gioco che viaggia tra automatismi, mentalità tattico-agonistica vincente e un palleggio che inevitabilmente porta a galla la grande tecnica in dotazione a questo gruppo solido e affiatato. Il sapore del primo posto in classifica, dopo anni di lacrime, sudore e sofferenze (fallimento incluso) è troppo bello da gustare. Da assaporare. Ce ne eravamo quasi dimenticati. E’ capace di tornare a saziare una tifoseria che sa di calcio ai massimi livelli e che è in grado, all’occorrenza, di spingere la squadra anche ben oltre i propri mezzi. Ma adesso, ancora col dolce sapore in bocca di questa nottata da capolista, è importantissimo saper scendere dal piedistallo e affiancare a tutte le doti di quest’orchestra pedatoria diretta alla perfezione da un mister giovane quanto capace e tenace come mister Zanetti, il tassello che alla fine può davvero risultare quello vincente: l’umiltà. Gli ultimi roboanti risultati rischierebbero di esaltare chiunque. Specie quando si acquisisce cognizione della propria forza. Ma in questo senso conterà molto l’ambiente, al pari dell’approccio giusto di un tecnico che ha saputo cambiare le declinazioni di ciascun giocatore facendolo passare dall’ “io” al “noi”, dalle individualità al gruppo. Coinvolgendo e facendo sentire utili tutti. Perché per volare alto bisogna avere grande equilibrio. E bisogna soprattutto avere rispetto di tutti gli avversari per poi poterli sconfiggere.
Se, inoltre, proviamo a sbirciare dalla serratura per capire quali siano alcune delle armi segrete di questa miscela calcistica nata dalla passionalità di patron Pulcinelli e del presidente Tosti e firmata Zanetti, aldilà delle evidenti qualità tecniche di un parco giocatori ottimo e ben assortito (e su questo un elogio è doveroso al concretissimo diesse Tesoro), ci sono tante sfumature importanti. Una fra tutte? Il grande approccio che mister Zanetti chiede ai suoi per masticare calcio vincente: ogni partita va giocata nei 90 minuti. Il primo tempo serve a capire l’avversario, magari provando a passare in vantaggio, ma senza pensare che le partite si chiudano in 45′. E l’Ascoli cinico e imbattibile è soprattutto quello che dal fischio iniziale a quello finale cresce costantemente e crescendo acquista sempre più sicurezza e autostima. Ecco perché, quest’anno, i ribaltoni subiti nella stagione precedente, sembrano e dovranno continuare ad essere solo lontani spauracchi. E poi la creazione degli spazi, la forza di ogni compagno che prende forza da quella dell’altro, da ogni passaggio riuscito, così come la creatività che questa squadra riesce ad esprimere sempre. In ogni circostanza. Poi è chiaro, dietro l’angolo potrebbero esserci anche momenti negativi e qualche delusione. Ma la vera forza del gruppo dovrà emergere ancor più nettamente proprio in quei frangenti. Senza mettere in discussione l’identità di questa squadra che, tanto per cominciare, ha regalato a tutti i tifosi bianconeri questa gioia immensa di poter tornare a guardare, almeno per un po’, tutti gli altri dall’alto in basso. Sempre con testa alta e piedi a terra.