E’ stato celebrato questa mattina nella Sala della Vittoria il ‘Centenario della traslazione del Milite Ignoto’ all’Altare della Patria a Roma. Un incontro organizzato dal Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Marco Ugo Filisetti, in collaborazione con il Comando Militare dell’Esercito delle Marche, della Consulta provinciale degli studenti e dei Rappresentanti d’Istituto. Presenti, tra gli altri, il Sindaco Marco Fioravanti, l’assessore alla pubblica istruzione Monica Acciarri e l’assessore alla cultura Donatella Ferretti. Nel corso dell’incontro, occasione di approfondimento storico e di riflessioni socio culturali su uno dei simboli dell’Unità Nazionale, gli studenti ascolani hanno curato una sintetica esposizione delle fonti giornalistiche locali a testimonianza della risposta della comunità di Ascoli Piceno all’epoca della traslazione. “Il Milite Ignoto – ha sottolineato il sindaco Marco Fioravanti – ci ricorda che la guerra è una delle manifestazioni più riprovevoli del genere umano. Eppure da sempre è stato difficile eliminarla dal nostro vocabolario. Ancora oggi in diverse parti del mondo ci sono conflitti che si stanno combattendo e purtroppo ci sono morti che resteranno senza riconoscimento dopo la morte in un’azione di guerra: sono militi ignoti”.
L’assessore Monica Acciarri ha ricordato la storia del Milite Ignoto: “L’Italia nel 1921 ha voluto dare dignità a questi uomini che hanno combattuto per la Patria. Per comprendere meglio quante emozioni sono intrise in questo simbolo, la tomba del Milite Ignoto presso l’Altare della Patria a Roma, occorre ricordare lo strazio di una donna che non ha potuto seppellire suo figlio morto in guerra allora. Toccò a Maria Bergamas, una madre in lacrime che non potè seppellire suo figlio, scegliere tra 11 bare che contenevano soldati deceduti su diversi fronti quella che doveva rappresentare il Milite Ignoto. Questa drammatica scena si svolse ad Aquileia il 28 ottobre 1921 e Maria Bergamas cadde in ginocchio dinanzi alla decima bara gridando in lacrime il nome di suo figlio. Quella bara fu scelta per essere sepolta a Roma e compì un viaggio a velocità moderata passando da 13 stazioni dove poteva ricevere gli onori dalla popolazione”.
L’assessore Donatella Ferretti, infine, ha sottolineato l’importanza culturale dell’evento: “Ci rende particolarmente orgogliosi oggi ricordare – ha detto – che il Vittoriano fu progettato da Giuseppe Sacconi di Montalto, che ne seguì i lavori per vent’anni, e che il monumento a Vittorio Emanuele II che campeggia in questa sala, fu realizzato dall’ascolano Nicola Cantalamessa Papotti per l’Altare della Patria e che non essendo stato scelto, fu donato dall’artista alla sua città. Il Cantalamessa realizzò comunque per il Vittoriano la vittoria alata”.