Alla vigilia delle grandi campagne, dalla frutta estiva alla vendemmia, è già allarme nei campi italiani per la carenza di manodopera. All’appello potrebbero mancare numerosi addetti, senza i quali la raccolta stagionale è a forte rischio. Così Cia-Agricoltori provinciale di Ascoli, Fermo e Macerata, sottolineando i tanti problemi che stanno riscontrando le aziende agricole del territorio nel reperire risorse da impiegare nelle aree rurali. “In un momento in cui produrre è diventato insostenibile a causa dell’aumento vertiginoso dei costi di materie prime ed energia – spiega Matteo Carboni presidente della Cia Agricoltori provinciale di Ascoli, Fermo e Macerata – gli agricoltori si trovano ad affrontare un’ulteriore, grave, problematica rappresentata dalla carenza di manodopera. Se a livello nazionale si stima una mancanza di circa 100 mila unità, particolarmente colpito risulta il nostro territorio caratterizzato da produzioni quali ortofrutta, vino e olivo, che maggiormente richiedono apporto di manodopera e per gli agricoltori sta diventando un vero e proprio calvario riuscire a reperirla soprattutto ora che si sta entrando nel clou della stagione”. “È necessario quindi che le istituzioni intervengano per risolvere i problemi legati a costi, burocrazia e rigidità degli strumenti – prosegue il presidente – infatti il fabbisogno delle aziende agricole è stagionale e sono quindi necessari strumenti semplificati e flessibili come erano i voucher, che nati per l’agricoltura avevano funzionato in questo settore, e consentire così a giovani, pensionati e percettori di reddito di cittadinanza di integrare il loro reddito attraverso il lavoro occasionale in agricoltura, e senza oneri eccessivi per le imprese. E’ importante anche sbloccare il Decreto Flussi, sia per le pratiche del 2021 sia per l’emanazione del decreto 2022, visto che la manodopera straniera rappresenta oramai quasi il 30%. Le istituzioni devono creare le condizioni migliori affinché gli agricoltori possano continuare a produrre, nell’interesse di tutta la collettività, non più in perdita come avviene ora”.