IMG_6657Proseguono a ritmo serrato le attività di monitoraggio ambientale della Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto e le indagini per capire cosa sia accaduto all’“Antonio Padre”, il peschereccio che è affondato a seguito della violenta collisione con la piattaforma Fabrizia 1 e quali siano le cause e la dinamica del sinistro del “Mostrillo”, il secondo peschereccio affondato lunedì notte in banchina a soli 5 giorni dal naufragio del primo.

 Sono appena terminate le lunghe, delicate e complesse operazioni di recupero del “Mostrillo” coordinate dalla Capitaneria di Porto di San Benedetto del Tronto in sinergia con il Comando dei Vigili del Fuoco di Ascoli Piceno e con il supporto del Nucleo Sommozzatori di Teramo. Il ripescaggio è avvenuto grazie anche al coinvolgimento di una ditta specializzata, proveniente da Civitanova Marche, che ha provveduto al sollevamento del relitto utilizzando due sistemi speciali a gru specifici per imbarcazioni pesanti. L’attività di vigilanza che ha visto la Guardia Costiera sambenedettese impegnata su due fronti a tutela della salvaguardia dell’ambiente marino è stata condotta su tre livelli: aereo, navale e subacqueo.

Alle prime luci dell’alba e sotto il coordinamento della Direzione marittima di Ancona, si è svolta l’ennesima missione di telerilevamento nella zona di mare interessata dal naufragio dell’“Antonio Padre” da parte dell’elicottero AW 139 “Nemo 11” della Guardia Costiera. IMG_6658

L’aeromobile, di stanza presso la base aerea di Pescara, quando impiegato per il pattugliamento marino è in grado di verificare la presenza di sostanze estranee all’ambiente marino.

Le capacità di scoperta aerea sono state integrate con mezzi navali della locale Capitaneria di Porto, CP 843, GC A15 e con le risorse del 1° Nucleo Subacquei di San Benedetto del Tronto che hanno scandagliato il relitto per verificare l’assenza di fuoriuscite di gasolio dal peschereccio Antonio Padre.

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