Stop alle esternalizzazioni del servizio riscossione dopo i 18 milioni di crediti non riscossi accumulati con Equitalia
Mentre il Governo definisce il futuro di Equitalia, con riduzioni delle somme ancora da riscuotere tra tasse e multe, l’Arengo – pur con i rallentamenti dovuti all’effetto terremoto che ha scombussolato anche uffici ed organizzazione interna – è pronto procedere lungo la strada del “fai da te” per la riscossione di tributi e sanzioni relative al codice della strada. Una scelta già preceduta da tempo dal dichiarato addio ad Equitalia e ad ogni altra forma di riscossione esterna alla luce di risultati decisamente negativi, con ben 18 milioni di euro da recuperare solo tra multe e tributi non pagati nel caso di Equitalia e costi troppo elevati a fronte di altri esperimenti simili. La filosofia di fondo prescelta ora dal Comune ascolano, alla quale si sta lavorando è quella di organizzare dei veri e propri uffici di riscossione all’interno del Palazzo comunale per andare a recuperare direttamente i crediti dell’ente. Un progetto che si sta avviando nonostante l’ulteriore difficoltà sopravvenuta relativa ad una sentenza della Cassazione che rimette in discussione il ricorso alle ingiunzioni fiscali.
La scelta tracciata dall’Arengo, nonostante gli inconvenienti di percorso, prevede innanzitutto la formazione del personale e lo studio di tutte le procedure organizzative da porre in essere per riuscire ad essere, nei confronti dei debitori dell’Arengo, più efficaci di Equitalia e di altre società esterne che, tra l’altro, hanno un costo per l’Amministrazione a fronte di cifre recuperate che si aggirano intorno al 3%. L’Arengo, in definitiva, dovrà essere in grado di monitorare e riscuotere tutte le somme da incassare in autonomia, seguendo da vicino tutte le procedure e ricorrendo poi, se lo stop alle ingiunzioni verrà confermato, alle cartelle esattoriali.