La paura toglie il sonno e la voglia di reagire. La scossa di terremoto più forte, in Italia, negli ultimi trent’anni, ha lasciato dietro di sé i primi crolli e tracce del suo passaggio anche nel capoluogo piceno. Un capoluogo dove si trema quando meno te lo aspetti o quando non te lo aspetti più. Una scossa, quella di ieri mattina alle 7,41, che è stata secondo gli esperti la più forte registrata in Italia dal 1980 ad oggi, seconda solo a quella del terremoto dell’Irpinia. E, stavolta, anche una città come Ascoli – che nella sua storia ha tenuto botta a scosse telluriche per decenni – sembra aver accusato il colpo con ferite, strutture e monumenti a rischio, verifiche a tappeto da effettuare nel giro di poche ore – specie nelle strutture più sensibili – ma anche con la grande paura di una popolazione intera che giura di non voler più dormire sotto i tetti delle abitazioni, di fronte all’incertezza su come le stesse possano reagire di fronte al terremoto. Ed ecco, dunque, la macchina logistica dell’Arengo muoversi sin dalla mattinata per trovare anche le soluzioni per tamponare l’emergenza e la voglia di riversarsi a dormire in strada degli ascolani. Il tutto mentre qualche segnale di una città che in qualche modo cede alla violenza del sisma arriva da situazioni come quella della chiesa di Porta Cartara, dove il campanile ha ceduto ed è crollato a terra. Grave anche la situazione della chiesa di Sant’Angelo magno, dove si ipotizza il rischio di un crollo a causa di crepe profonde sul tetto. Lì i vigili del fuoco hanno effettuato un intervento-tampone. E la piazza principale, piazza del Popolo, questa mattina sembra un campo di battaglia, con tutta l’area sotto il campanile della chiesa di San Francesco transennata per la continua caduta di scaglie e mattoni in strada. Su via D’Ancaria, per evitare rischi per la pubblica incolumità, si è realizzato un ponteggio-tunnel simile a quello su piazza Sant’Agostino, laddove c’era l’esigenza di fronteggiare le possibili cadute di mattoni anche dalle torri Merli, specie dopo l’apparizione di nuove crepe. Ma proprio per rispondere direttamente alle tante segnalazioni di danni agli edifici privati, i vigili del fuoco hanno previsto un posto fisso, con mezzo di soccorso, in piazza Arringo vicino al battistero, al fine di raccogliere le varie indicazioni direttamente dai cittadini.
Un continuo susseguirsi di sopralluoghi e verifiche ha contrassegnato tutta la giornata di ieri. Tante le criticità anche se proprio per il fatto di essere ancora in presenza di un costante e persistente sciame sismico, non si sono potuti effettuare eventuali interventi tampone o di messa in sicurezza. A palazzo dei Capitani sembra sul punto di crollare uno dei merli che si affacciano sulla piazza. Crolli interni al cimitero comunale di Borgo Solestà hanno indotto l’Arengo a disporne la chiusura.
Un problema si è verificato su via Cellini, a fianco alla chiesa di San Domenico, dove il vicino muraglione ha fatto registrare la caduta in strada di pietre con rischi per le vetture di passaggio. Si è, quindi, deciso di optare per una provvisoria chiusura al traffico di via Cellini pensando all’ipotesi di una viabilità dirottata su via III Ottobre. Controlli e verifiche sono previsti anche per quel che riguarda i ponti cittadini.
Proprio in previsione della grande fuga dei cittadini dalle abitazioni, per dormire in auto o comunque all’aperto, la macchina comunale si è subito mossa, già dalla mattinata di ieri, per provare a garantire la massima assistenza alla popolazione. Si è cercato invano di recuperare un paio di grandi tendoni da sistemare in alcune aree come il piazzale dello stadio e il campo Squarcia, ma dopo vari tentativi ci si è dovuti arrendere all’indisponibilità, su tutto il territorio nazionale, di strutture idonee ad ospitare le tantissime persone pronte a dormire fuori di casa. Alla fine, si è optato, quindi, per l’attivazione di servizi in quelle zone ritenute idonee ad ospitare i cittadini con le loro auto e, soprattutto, ad individuare alcune palestre, con verificata idoneità, per poter accogliere tutte quelle persone senza auto o con problemi di deambulazione che hanno deciso di non trascorrere la notte in casa. Le palestre messe a disposizione sono quelle di Monticelli, di via Spalvieri e dello Squarcia, con priorità, appunto, per tutti coloro che sono sprovvisti di auto. Le aree di ammassamento dove, invece, gli ascolani hanno sostato numerosi con le auto, sono il parcheggio del centro commerciale Al Battente ed ancora i piazzali dello stadio, del cimitero, di via Spalvieri e vicino all’istituto d’arte. Nei piazzali sono stati presenti volontari di varie associazioni che hanno fornito carta igienica e coperte. Proprio per garantire la massima assistenza alle tantissime persone che hanno trascorso la notte all’aperto, sono stati recuperati circa 25 bagni chimici e anche provviste di acqua. Garantiti anche servizi di sorveglianza notturna per la sicurezza a tutte le persone che hanno scelto di dormire in auto. Presenti anche persone pronte ad assistere i cittadini per ogni eventuale necessità. E ad esempio sul piazzale del centro commerciale “Al Battente, intorno alle 2 di notte, il personale di Burger King ha offerto alle persone in auto cibo dolce e salato e un thé caldo. Inoltre, servizio fondamentale, è stato anche attivata una cucina da campo, per servire la gente che ha scelto di non rientrare a casa, sistemata nell’area davanti al cimitero comunale. Proprio nell’area del cimitero è arrivata una squadra di supporto proveniente da Settimo Torinese. E a complicare le cose ecco anche falsi tecnici comunali che cercano di entrare nelle case con la scusa di verificare se ci sono crepe pericolose per poter rubare.
Uno scenario a tinte fosche, sebbene indiscutibilmente meno tragico di quello delle zone più vicine all’epicentro, quasi cancellate. Ma resta da chiedersi: cosa deve succedere, ad Ascoli, per far sì che la città venga inserita nell’area di cratere del terremoto? Crolli, transenne ovunque, gente che non ce la fa neppure ad andare a lavorare per le notti insonni in auto che si cumulano oltre all’esodo di molti verso la riviera, palazzi inagibili che spuntano a vista d’occhio e monumenti che rischiano di arrendersi di fronte agli scuotimenti quotidiani… Può bastare? Può bastare vedere migliaia di persone che girano lungo le strade nel panico, giorno e notte, in fuga da edifici che non sembrano più sicuri come un tempo?