L’altra faccia del terremoto è quella del suo forte impatto a livello sociale. Un impatto che si misura, purtroppo, anche attraverso le oltre 300 familglie ascolane rimaste senza casa, per dichiarata inagibilità, e che, dopo l’ultima forte scossa del 30 ottobre scorso, sono destinate, purtroppo, ad aumentare.
Il fenomeno, sfollati cresce a vista d’occhio, andando ben oltre le 300 domande per alloggi o contributi (circa i due terzi richiedono i soldi) e considerando che il dato, in base ai sopralluoghi ancora in corso, è in costante crescita. Se andiamo a sviscerare il dato fornito dall’Arengo e aggiornato a ieri, infatti, a fronte delle 300 famiglie si estrapola un ulteriore dato che è quello delle almeno 1000 persone sfollate complessivamente.
E, tornando alle famiglie, sulle 300 complessive che hanno dovuto cercarsi una sistemazione, oltre 200 hanno fatto richiesta del contributo di autonoma sistemazione arrangiandosi a trovare da soli un alloggio temporaneo, mentre altre cento hanno accettato di trasferirsi in hotel o in bed & breakfast.
Intanto, il terremoto ha colpito anche pesantemente le sedi del volontariato.
Il Centro Orlini è inagibile ed è stato evacuato. Si sta lavorando per trasferire il centro Colibrì, che si trovava al piano terra della struttura, mentre con l’Asur si sta cercando una soluzione adeguata per il Coser, servizio residenziale per disabili, che temporaneamente è stato trasferito in un hotel di San Benedetto. Inoltre, a scopo precauzionale anche a seguito dei timori manifestati dalle famiglie, è stata trasferita l’Anffas alla casa albergo Ferrucci fino a fine mese.