Sbloccati i primi contributi per chi ha dovuto risistemare il proprio immobile reso inagibile dal terremoto, per un totale di circa 250 mila euro. E, a fronte di interventi per i quali la Protezione civile ha disposto la copertura economica, c’è chi rimane al palo perché il proprio fabbricato, pur inagibile, è risultato abusivo. O, in un altro caso, non è iscritto al Catasto. Insomma, qualcuno tra coloro che hanno visto un proprio fabbricato lesionato e inagibile ha visto respingersi la domanda per la posizione di irregolarità dell’edificio in questione. E così, seppur lentamente a causa dell’emergenza continua e con le prime richieste arrivate alla fase conclusiva, per una decina di casi, l’Arengo ha avviato la fase dell’erogazione dei contributi. Un processo che si preannuncia molto lungo se si considera che solo in pochissimi, al momento, hanno ottenuto il rimborso per gli interventi di messa in sicurezza già effettuati a seguito delle schede di inagibilità o di agibilità parziale con provvedimenti. Questo anche perché le istruttorie per gli altri immobili già schedati devono seguire un determinato iter e, soprattutto, perché ci sono ancora diverse centinaia di sopralluoghi ancora da effettuare.
Proprio nell’ambito della procedura di verifica incrociata relativa agli immobili per i quali sono stati richiesti i contributi governativi, a seguito dei danni provocati dal terremoto, alcuni casi sono stati stoppati proprio per l’irregolarità anche dal punto di vista catastale degli edifici. Insomma, in almeno un paio di casi – tra queste prime richieste arrivate a conclusione dell’iter – sono emerse situazioni relative a fabbricati abusivi o non iscritti al Catasto e, quindi, non ammissibili all’assegnazione dei contributi. Dunque, qualcuno ha sistemato il proprio edificio provando poi ad ottenere il rimborso governativo pur non essendo in regola.