Terremoto e commercianti in ginocchio, la speranza è un bando

Lo stesso spietato terremoto che ha cancellato borghi e vite umane ha un suo volto meno rilevante e meno tragico ma che, comunque, rischia di mettere letteralmente in ginocchio intere famiglie: quelle di commercianti e operatori del settore turistico-ricettivo in gravi difficoltà proprio per l’incubo del sisma. Ascoli città, da questo punto di vista, con l’inserimento in quella che possiamo definire la seconda fascia del cratere, non avrà sospensioni di bollette, mutui e tasse in automatico. E questo sta procurando su negozi e altre attività cittadine un contraccolpo durissimo. Quale, a questo punto, il possibile paracadute per evitare chiusure a catena?  In realtà, sebbene avvolti dal silenzio o quasi, spuntano due possibili appigli per i commercianti ascolani: due occasioni per il rimborso dei danni subiti dalle attività e per il lucro cessante, ovvero i mancati incassi. Uno dei quali è già concretezza, con moduli da presentare il prossimo 30 novembre, e l’altro è per ora un annuncio da parte della Regione.

 

La prima opportunità da poter cogliere, prima che sia troppo tardi e svanisca nel silenzio più assoluto, è quella del Fondo di solidarietà europeo per i danni subiti dalle attività sia come strutture che come prodotti e magazzini. Ma, come detto, occorre fare in fretta poiché l’invio dei moduli è fissato per il prossimo 30 novembre. Per quella data dovrà essere inviato il nuovo elenco delle imprese danneggiate dal sisma dopo l’ultima scossa del 30 ottobre che ha aggravato notevolmente una situazione già critica. Un elenco che amplierà quello già predisposto dopo le scosse del 24 agosto, “servirà – si legge in una comunicazione della Confcommercio – per una stima approssimativa dei danni complessivi e sarà inviato all’Unione europea per beneficiare del Fondo di solidarietà”.  “Le imprese danneggiate – scrive a tal proposito l’associazione di categoria  – sono invitate a compilare la scheda allegata ed a restituirla nel più breve tempo possibile perché entro il prossimo 30 novembre l’inventario dei danni deve essere terminato”. Nel modulo da compilare, si chiede ai titolari delle attività di inserire, oltre alla ragione sociale e tutti i dati aziendali, lo stato attuale dell’impresa o dell’attività, lo stato della struttura, l’attuale sede operativa, la data prevista di eventuale ripresa dell’attività (per chi ha dovuto sospenderla), se si utilizzano ammortizzatori sociali, una sintetica descrizione dei danni a bni immobili, attrezzature e magazzino, una stima dei costi, una descrizione delle azioni per riavvio delle attività ed eventuali problemi connessi. In tal senso, ci sono Comuni come Maltignano che si sono già mossi ed invieranno anche un quesito alla Dicomac per capire meglio la tipologia di danni rimborsabili.

L’altra opportunità, quella che potrebbe – se confermata – rappresentare un salvagente per tante attività commerciali ascolane che sono in difficoltà dopo oltre due mesi di incassi quasi azzerati, è quella dell’annunciato bando regionale per rimborsare i danni del lucro cessante, ovvero dei mancati incassi. E qui si tratterà di vedere quali saranno le modalità di rimborso. Sperando che non si arrivi troppo tardi.

Ma una mano, in tal senso, potrebbe anche arrivare – nei limiti del possibile, per far quadrare i conti del bilancio, dal Comune che, ad esempio, potrebbe provare a far slittare in avanti magari di un solo trimestre il pagamento di tasse come quella sui rifiuti o la Tosap… tanto per garantire una boccata di ossigeno alle attività agonizzanti e che altrimenti rischiano di abbassare le serrande “per  terremoto”.

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