di Luca Marcolini
Quest’Ascoli, quando vuole, sa vincere. Eccome… Del resto, vittorie esterne col Cittadella o il Carpi non possono essere casuali. E non è neppure vero che tecnicamente la squadra non sia all’altezza. Anzi, dal punto di vista del tasso tecnico, dalla cintola in su i bianconeri sono sicuramente attrezzati, anche se è indiscutibile che manchi un ulteriore tassello di esperienza al fianco di Cacia, Giorgi e – quando tornerà disponibile – Bianchi. A dare del tu al pallone, in realtà, sono in diversi: da Orsolini a Cassata, passando ovviamente per Cacia e Giorgi ma senza trascurare il dinamismo di Gatto o lo stesso Mignanelli nella fase offensiva. E dunque non è questo il problema. Quel che latita, a volte, dopo aver riscontrato anche un maggiore altruismo (ma si può fare ancora di più) da parte di Orsolini e Gatto dietro a bomber Cacia, è la giusta mentalità che possa supportare il modulo tattico. Occorre prendere coscienza del fatto che l’Ascoli Picchio se vuole sa non essere inferiore a nessuno (o quasi). Ma spesso la squadra si dimentica di ciò e, una volta in vantaggio, finisce vittima della paura lasciando il campo all’avversario. Con un’inevitabile fase di affanno per il pacchetto difensivo (persino in superiorità numerica).
E tutto questo si sente ancor di più quando, dopo qualche punto perso di troppo, il risultato diventa indispensabile e il pallone, tra i piedi, comincia a pesare. E’ qui, sulla convinzione nei propri mezzi, che deve lavorare sodo mister Aglietti per consentire ai suoi ragazzi di giocare come sanno e come hanno già mostrato – seppure con un po’ di sfortuna – nell’incosciente fase di approccio al campionato.
L’Ascoli Picchio deve abbandonare per sempre l’idea di accontentarsi e deve diventare cinico, spietato e furbo. Come bomber Cacia (marcatore e assist-man) insegna…