Il Forte Malatesta adesso è a tutti gli effetti un bene comuale. Si è proceduto, infatti, ad apporre le firme che sanciscono il passaggio dello storico immobile dal Demanio all’Arengo. L’Amministrazione comunale, dunque, potrà disporre del bene in maniera assoluta, nella veste di legittima proprietaria, riaprendo così tutti quegli scenari già delineati che riguardano progetti come l’allestimento del possibile museo della pietra o addirittura rispolverando il sogno proibito di poter tornare ad accogliere in città il famoso tesoro longobardo rinvenuto a Castel Trosino. L’acquisizione del Forte Malatesta, – pratica seguita da vicino dall’assessore comunale al patrimonio, Giovanni Silvestri – include, infatti, anche l’obbligatorietà di appositi progetti di valorizzazione.
Dopo la ratifica da parte del consiglio comunale, l’Arengo aveva avviato l’iter per il processo di trasferimento del bene già inserito negli accordi di valorizzazione. Ovvero quegli accordi che lo Stato, le Regioni e gli altri enti pubblici territoriali come, appunto, i Comuni possono stipulare “per definire strategie e obiettivi di valorizzazione, nonché per elaborare i conseguenti piani strategici di sviluppo culturale e i programmi relativamente ai beni culturali di pertinenza pubblica”. Per poter avanzare la richiesta di acquisizione del Forte, l’Arengo aveva, quindi, dovuto assumersi l’impegno a promuovere e valorizzare il bene secondo un processo concordato sulla base del protocollo d’intesa sottoscritto nel 2011 con il Ministero per i beni e le attività culturali e l’Agenzia del demanio, con il quale erano state definite le modalità attuative e le procedure operative per tali programmi e piani strategici di sviluppo culturale.
La fase operativa per il passaggio al Comune del complesso museale e di tutte le sue pertinenze in via delle Terme ed in prossimità del ponte di Cecco, dunque, è entrata nel vivo nello scorso mese di luglio, proprio con la presentazione del programma di valorizzazione del Forte all’Agenzia del demanio e al segretariato regionale del Ministero dei beni e attività culturali e del turismo. E’ stata, quindi, rilevata la necessità, come previsto dalla normativa che regolamenta le procedure del federalismo demaniale, di dover acquisire l’indirizzo del consiglio comunale proprio per definire il trasferimento a titolo non oneroso dell’immobile.
Adesso, nel pieno rispetto dei termini, si è arrivati alla definizione del passaggio di proprietà che riconosce, come detto, all’Arengo i pieni poteri su tutta la storica struttura, sull’area verde circostante che era già comunale e sulle due strutture della casa del capitano e del vicino casotto. Una procedura che, una volta formalizzata la richiesta del bene entro dicembre 2016, avrebbe potuto concludersi entro e non oltre giugno del 2017 e che, invece, è arrivata alla definizione con sei mesi di anticipo. A questo punto, il Comune potrà porre in essere tutte le attività per valorizzare il Forte nella sua veste museale, con gli obiettivi del lapidarium e del ritorno degli ori longobardi. Per casa del capitano e casotto, invece, la destinazione dovrebbe essere di ristorazione e servizi turistici, almeno stando agli indirizzi inizialmente delineati proprio per queste due strutture minori che si trovano nell’area del Forte, anche in ottica di un sempre maggiore sviluppo del ruolo turistico-culturale di tutta l’area, considerando anche il campo giochi della Quintana.