Sisma, mutui sospesi dagli enti. “Beffa” per i privati

Arengo e Provincia non si sono fatti sfuggire l’occasione – garantita dalle normative post terremoto – di congelare la rata semestrale giugno-dicembre 2016 dei mutui attivati nel corso degli anni con i rispettivi istituti di credito individuati. E così per gli enti locali è arrivata la boccata di ossigeno di una rata sospesa comunque di oltre un centinaio di migliaia di euro proprio grazie alla normativa sulla ricostruzione che ha voluto concedere agevolazioni importanti alle pubbliche amministrazioni, inclusa anche la deroga al patto di stabilità. Mentre per il cittadino residente ad Ascoli, in realtà, è tutto più complesso e penalizzante. Basti pensare che, stando al termine fissato per la sospensione dei mutui – solo per chi dimostra di aver subito danni diretti dal terremoto – il congelamento delle rate sarebbe stato possibile solo entro lo scorso 31 dicembre. Senza considerare, però, che per quella data tanti ascolani non hanno avuto neppure la possibilità di ricevere il sopralluogo con la dichiarazione di inagibilità del proprio immobile. Sia l’Arengo che Palazzo San Filippo, nell’ambito della normativa post terremoto, non hanno lasciato cadere nel nulla la possibilità di sospendere la seconda rata semestrale del 2016 relativa ai mutui contratti. Ovvero quella rata di oltre un centinaio di migliaio di euro che garantisce il pagamento di quei mutui contratti dagli enti nel corso degli ultimi venti anni e più, per diverse decine di milioni. In pratica, con l’invio della comunicazione alle rispettive banche di riferimento, il Comune e la Provincia ascolana hanno potuto sospendere il pagamento della seconda rata semestrale dell’anno appena terminato. E riprenderanno a pagare, regolarmente, i ratei dei rispettivi mutui, a partire dal primo semestre del 2017. Una boccata di ossigeno che ha fatto comodo, eccome, a due enti che comunque sono indiscutibilmente in sofferenza dal punto di vista economico-finanziario. Che si somma anche alla possibilità di deroga al patto di stabilità.

 

Se per gli enti pubblici è arrivata una serie di agevolazioni come manna dal cielo, per molti privati, invece, si è trattata di una vera e propria fregatura. Innanzitutto, perché proprio per la sospensione dei mutui e dei pagamenti, si è trattato, di fatto, di un provvedimento praticamente inutile, essendo in vigore, dalla pubblicazione della conversione del decreto sul terremoto al 31 dicembre scorso, per poco più di dieci giorni. Una vera beffa. E a questo va aggiunto un altro aspetto che ha penalizzato ulteriormente cittadini come quelli ascolani che, inseriti in quella che abbiamo definito come “seconda fascia”, devono dimostrare i danni comprovati, con nesso di causalità, attraverso una dichiarazione di inagibilità di abitazioni o sedi di lavoro. Un vero e proprio paradosso, dunque, per chi abbia subìto danni, il fatto di vedere sospesi i pagamenti dovuti solo per una decina di giorni. A sancire l’inutilità delle sospensioni dei pagamenti previste per i cittadini danneggiati, è purtroppo l’articolo 48 della legge, nel quale non è stata modificata la data fissata, dal decreto-legge, per lo scorso 31 dicembre, quale termine per il congelamento di mutui e altro. Una vera beffa se solo si pensa che gli effetti della norma sono scattati proprio pochi giorni prima della conclusione dell’anno, considerando che di fatto, dalla pubblicazione della legge, una banca sarebbe stata obbligata a sospendere rate e prestiti solo per altri dieci giorni, con ovvia discriminazione per coloro che sono stati colpiti dagli eventi sismici di fine ottobre.

L’eventuale mini-sospensione, comunque, è stata possibile per chi ha avuto almeno la possibilità di ricevere in precedenza il sopralluogo dei tecnici abilitati con conseguente dichiarazione di inagibilità o con un’ordinanza comunale di evacuazione dell’immobile in cui si abitava. Per le tantissime persone che, invece, sono ancora in attesa di sapere (molte addirittura dalla fine di agosto) se il proprio immobile sia inagibile o meno, tutte le agevolazioni sono rimaste solo sulla carta. Come poter richiedere la sospensione di un mutuo, pur a fronte di un’abitazione chiaramente lesionata in maniera grave, se non si è ricevuto il sopralluogo e non si è quindi in possesso di alcuna certificazione di inagibilità? Purtroppo, a mettere in crisi un po’ tutto il sistema del post-terremoto e le sue procedure è stato il gran numero di edifici coinvolti nell’ambito di tutte le aree colpite dal sisma. A destabilizzare la già complessa macchina organizzativa di soccorsi e procedure sono state indiscutibilmente le successive forti scosse di fine ottobre che hanno notevolmente ampliato lo scenario delle zone colpite dal sisma con danni anche consistenti. Basti pensare che solo ad Ascoli si era arrivati addirittura ad avere quasi 9000 richieste di sopralluogo da evadere, alla luce dei danni subiti dai vari edifici (perlopiù nel centro storico e nelle frazioni). Adesso, perlomeno per sbloccare la messa in sicurezza di numerosi edifici, si confida nelle cosiddette procedure “fai da te”, con la possibilità di incaricare un proprio tecnico di fiducia (tra quelli abilitati) per una perizia e per il relativo progetto di messa in sicurezza dell’edificio lesionato.

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