Una cosa è certa: adeguamento sismico e centro storico molto spesso non vanno d’accordo. E questo significa, con la nuova ordinanza del commissario Errani alla mano, che alcune sedi scolastiche come il plesso di San Domenico e quello di Sant’Agostino rischiano – per questione di vincoli – di non poter essere mai adeguati dal punto di vista sismico. Ovvero di intervenire per garantire la massima sicurezza in risposta ad eventuali, futuri terremoti. La prospettiva tracciata, dunque, dal nuovo provvedimento del commissario straordinario per il terremoto, è quella di un trasferimento delle scuole e anche di altri edifici pubblici dal centro cittadino. Con l’Arengo e la Provincia che si trovano al bivio: trasferire o ricostruire le scuole del centro (approfittando dei finanziamenti) garantendo la massima sicurezza oppure accontentarsi di piccoli miglioramenti sismici sui vecchi edifici, con costi da sopportare direttamente, e lasciare tutto dov’è ora? Quel che è certo è che le decisioni vanno prese ora, proprio perché l’ordinanza di Errani mette a disposizione fondi per ricostruire o trasferire le scuole già per l’anno scolastico 2017-2018 e bisogna individuare in tempi stretti le eventuali nuove aree da mettere a disposizione.
L’ordinanza appena diramata, che riguarda il programma straordinario per la riapertura delle scuole già dal prossimo anno scolastico, nei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a partire dal 24 agosto 2016, prevede innanzitutto la “costruzione di nuovi edifici scolastici definitivi, in sostituzione delle scuole che non possono essere oggetto di adeguamento sismico in ragione dell’esistenza di vincoli o per l’eccessiva onerosità degli interventi a tal fine necessari, da realizzarsi, per l’inizio dell’anno scolastico 2017-2018, con tecnologia a secco (strutture lignee, acciaio, cassero a perdere, calcestruzzo prefabbricato) nel rispetto della vigente disciplina di settore in materia di edilizia scolastica”. Il messaggio, quindi, è chiaro: se si vuole garantire scuole adeguate sismicamente e quindi davvero a prova di terremoto, occorre prevedere uno spostamento altrove (con ricostruzione) di quelle che sono ad esempio vincolate e che non potranno mai essere sottoposte a certi interventi anche con le nuove tecnologie. E’ questo, dunque, uno dei canali di finanziamento definito da Errani, considerando che gli enti locali dovrebbero individuare e mettere a disposizione l’area e poi sarebbe l’Ufficio ricostruzione ad occuparsi degli appalti e delle procedure. L’altro filone dei finanziamenti, invece, riguarda la riparazione, con adeguamento sismico, degli edifici scolastici che sono stati dichiarati completamente inagibili. Ma in base alle schede Aedes, non ci sono casi di questo tipo ad Ascoli.
Nel contesto ascolano, i casi più delicati potrebbero risultare proprio quelli di due plessi del centro storico che sicuramente presentano dei vincoli (o comunque una eccessiva onerosità) che non consentono gli adeguamenti sismici. Ed il problema riguarderebbe, nello specifico, sia il Trebbiani che la primaria di San Domenico (attualmente trasferiti altrove) oltre all’elementare di Sant’Agostino. Da valutare, inoltre, le altri sedi scolastiche in centro come, ad esempio, la Malaspina e la D’Azeglio. Al momento, i progetti per la ricostruzione di scuole già inseriti nell’ordinanza sono ventidue, di cui tredici nelle Marche, due in Abruzzo, due nel Lazio e cinque in Umbria. Nelle Marche sono interessate le sole province di Macerata e Fermo. Ma l’aggiornamento dell’elenco sarà possibile con successive ordinanze del commissario straordinario Errani d’intesa con i presidenti delle Regioni.
E’ chiaro che a questo punto, esaminando la questione dal punto di vista delle funzioni della città, c’è da aprire una riflessione sul fatto che spostando anche le scuole si rischi un effettivo e definitivo svuotamento del centro storico. E su questo Provincia e Comune stanno già ragionando, seppur messi spalle al muro: se si vogliono ottenere i fondi per le scuole occorre o riparare l’esistente ma solo dove è possibile l’adeguamento sismico (e quindi dove non ci sono vincoli o eccessiva onerosità) oppure sfruttare i finanziamenti trasferendo le scuole in nuove aree da individuare e ricostruire con le nuove tecnologie antisismiche. E sul Trebbiani, ad esempio, si deve anche cercare di capire se sia percorribile, qualora possibile procedere con un adeguamento sismico, si potrebbe provare a riparare la sede attuale fruendo del secondo canale di finanziamento dell’ordinanza Errani. Per poter ottenere finanziamenti sulle scuole da spostare o ricostruire, invece, Comune e Provincia dovrebbero indicare anche le eventuali nuove aree da utilizzare.