Senza una proroga, si concretizzerà l’ennesima, amara, beffa a danno di qualche migliaio di ascolani. Quel termine perentorio del prossimo 31 luglio per poter richiedere i contributi per la messa in sicurezza degli edifici inagibili (anche temporaneamente), fissato dal nuovo decreto legge governativo, rappresenta un ostacolo insormontabile per tutte quelle famiglie ascolane – e sono al momento quasi 7000 le richieste e almeno 5000 i sopralluoghi da effettuare (perché cumulativi grazie al sistema Fast) – che attendono le verifiche sulla sicurezza delle rispettive abitazioni. Impossibile, nonostante un incremento adeguato delle squadre tecniche per le verifiche Fast in città, riuscire a completare tutto il monitoraggio entro quella data. E questo significa che sarà impossibile, per chi per quel giorno non avrà ancora avuto una scheda Fast e una successiva scheda Aedes con dichiarazione di inagibilità, poter ottenere i contributi previsti per la messa in sicurezza degli appartamenti. Una situazione paradossale, dunque, si prefigura per Ascoli e i suoi abitanti rimasti ancora in attesa di sapere se vivono in case inagibili o meno, con i cittadini che rischiano di andare a pagare sulla propria pelle i rallentamenti burocratici, i cambi in corsa delle procedure e la mancanza iniziale di squadre tecniche (perché impegnate nell’emergenza) nella fase operativa post-sisma. E forse nel definire questo termine del 31 luglio – della serie “o dentro o fuori” – non ci si è ricordati di quale sia la situazione in una città come Ascoli che, pur non colpita tragicamente come purtroppo avvenuto nelle località vicine come Arquata, ha subìto tantissime lesioni a livello di patrimonio abitativo.
Non è ammissibile che tanti cittadini ascolani, pur danneggiati, rischino di ritrovarsi senza i contributi per risanare le inagibilità per colpe o responsabilità di altri. Sarebbe assurdo vedere persone che oltre ad aver subìto danni da un terremoto restino senza un aiuto per una procedura burocratica nata male e che rischia di finire peggio… Ed ecco che, a fronte di quel 31 luglio come termine ultimo per la richiesta dei contributi, con una necessaria scheda di inagibilità in tasca, anche gli uffici tecnici comunali che stanno seguendo da vicino tutta la fase dei sopralluoghi hanno segnalato la necessità di richiedere una proroga dei termini per evitare quella che sarebbe una vera e propria ingiustizia. Perché è chiaro che, pur con un crescente numero di squadre tecniche sul territorio comunale, vista la mole di verifiche da effettuare non si riuscirà a completare tutto entro il prossimo mese di luglio. Anzi, serviranno alcuni mesi in più. A questo punto, proprio l’Arengo potrebbe avanzare ufficialmente una richiesta di proroga per tutelare chi rischia di rimanere fuori dai contributi.
Nello specifico, il decreto legge in vigore dal 10 febbraio, all’articolo stabilisce che “entro sessanta giorni dalla data di comunicazione dell’avvio dei lavori e comunque non oltre la data del 31 luglio 2017, gli interessati devono presentare agli uffici speciali della ricostruzione la documentazione richiesta secondo le modalità stabilite nelle ordinanze commissariali di disciplina dei contributi. E’ bene tenere presente che il mancato rispetto del termine e delle modalità indicati determinano l’inammissibilità della domanda di contributo”. Tutto questo senza considerare anche che sul fronte dei sopralluoghi, ci sono anche casi in cui i sopralluoghi devono addirittura essere ripetuti, sia nel caso di scheda compilata con esito “D”, ovvero immobile da rivedere, sia nel caso di richiesta di nuovo sopralluogo, con perizia di un tecnico di parte, richiesta da parte dei proprietari che abbiano avuto una dichiarazione di agibilità a seguito di verifica Fast. E tutto questo con un ulteriore allungamento dei tempi.