Teatri del sacro, giovedì in scena “Questo è il mio nome”. Protagonisti giovani rifugiati

Una finestra aperta su storie invisibili, un orecchio rovesciato su un canto che attraversa i mari e i deserti, uno spazio e un tempo per lasciare un segno. Da Costa d’Avorio, Mali, Nigeria, Gambia, sul palco si srotolano le orme di Odissei in viaggio. Storie incise nella polvere e nella carne,  scintille di memoria, passi protesi in avanti e occhi che guardano indietro»: Monica Morini del Teatro dell’Orsa introduce Questo è il mio nome, lo spettacolo esito di un denso percorso artistico e umano compiuto assieme a un gruppo di richiedenti asilo e rifugiati, tappa del Progetto ArgonautiBando MigrArti 2017 Mibact.

Questo è il mio nome è da molti mesi in tour in tutta Italia. Ha ricevuto, tra l’altro, il Premio del Pubblico al Festival di Resistenza, Premio Museo Cervi – Teatro per la Memoria  a Gattatico (Reggio Emilia) e l’attenzione di numerosi media nazionali e internazionali.

Lo spettacolo sarà in scena giovedì 8 giugno alle ore 19 al Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno nella cornice della quinta edizione del Festival I Teatri del Sacro, che la Federgat ha voluto realizzare nella città duramente colpita dal terremoto nel gennaio scorso per invitare a conoscere e sostenere, grazie a un turismo solidale e consapevole, un territorio ferito che necessita e merita un’attenzione particolare.

“Giovani migranti dell’Africa sono portatori di saperi, storie e cultura di un mondo che inesorabilmente si avvicina verso l’Europa» aggiunge Bernardino Bonzani – rivelano sguardi e prospettive che non possiamo conoscere se non incontrandoli, mettendoci in ascolto. Energia, slancio vitale, speranze di futuro che meritano di essere ri-conosciute, senza smorzarsi sopite nelle attese di un respingimento, di un diniego. Arrivati con niente portano tutto sé stessi, ci arricchiscono di nuove parole, suoni, idee, cuore, braccia e gambe. Ci aiutano a ricordare la dignità di ogni persona».

Questo è il mio nome, che si avvale della collaborazione alla drammaturgia di Annamaria Gozzi, vede in scena gli attori rifugiati del progetto Sprar di Reggio Emilia Ogochukwu Aninye, Djibril Cheickna Dembélé, Ousmane Coulibaly, Ezekiel EbhodagheLamin Singhateh.

 

(Foto di Simone Sechi)

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