Una battaglia difficile e continua quella dell’Arengo contro i “furbetti” degli asili nido. Una crociata per la regolarizzazione dei pagamenti di servizi come le mense, lo scuolabus e le rette degli asili che, purtroppo, sono stati del tutto ignorati da almeno 150 famiglie negli anni dal 2008 ad oggi. Ed ora, con il fenomeno messo sotto controllo proprio lo scorso anno grazie ad un regolamento molto più restrittivo e con le procedure delle ingiunzioni fiscali a cadenza regolare, si sta riuscendo a tamponare una situazione che comunque rischia di mettere in forte difficoltà l’Arengo, a causa di una spesa annuale, solo per le mense, di almeno 1,3 milioni di euro a fronte di incassi previsti intorno a 600.000 euro annui, in realtà ancor più ridotti proprio a causa dell’evasione. Ma la parola d’ordine, per l’Arengo, ora è riscossione a tutti i costi: ed ecco proprio in questi giorni un ulteriore ondata di ingiunzioni per cercare di recuperare altri 20.000 euro non pagati, dal 2008 ad oggi, da circa una cinquantina di famiglie ascolane. Soldi non pagati per servizi di cui si è regolarmente usufruito per tutto il tempo necessario. Per qualcuno si tratta di debiti causati da insorti problemi economici. Per altri, invece, nessuna giustificazione a fronte di situazioni economiche solide e per i quali, a questo punto, non si può neppure disporre la sospensione dei servizi considerando che i loro figli sono già cresciuti ed hanno detto addio agli asili-nido.
Anche se i dati sono in continua evoluzione, considerando che il fenomeno dei mancati pagamenti, seppure molto frenato, non è ancora scomparso, ma quel che è certo è che ci sono almeno 150 famiglie che nel corso degli ultimi 8-9 anni hanno beffato l’Arengo usufruendo di mense, scuolabus e del servizio asili nido senza pagare quanto di spettanza. E questo ha portato l’Arengo – con una strategia messa a punto dagli assessori Brugni (istruzione) e Gibellieri (Bilancio) in accordo col sindaco – a muoversi lungo due direttrici: da una parte si è proceduto all’approvazione di un nuovo, più rigido, regolamento; dall’altra si è scelta la strada delle ingiunzioni fiscali per andare a recuperare anche quelle somme tecnicamente considerate come inesigibili. E già lo scorso anno, con le nuove modalità, su un credito stimato in oltre 300.000 euro si è riusciti a recuperarne circa 200.000, considerando che si trattava di crediti che riguardano diversi anni a partire dal 2008. Un gran lavoro che ha portato i suoi risultati, ma che deve ancora continuare in maniera costante per riuscire a recuperare gli oltre 100 mila euro mai pagati.
LE INGIUNZIONI
Dopo un’ondata di provvedimenti ingiuntivi nello scorso mese di dicembre, per andare a recuperare 106.000 euro relativi a 153 ticket mensa non pagati, si prosegue ora con una ulteriore serie di ingiunzioni mirate a rastrellare altri 20.000 euro circa relativi a buoni mensa, servizio scuolabus e rette degli asili nido per i quali una cinquantina di famiglie non hanno mai provveduto a versare corrispettivi. Si prosegue, dunque, con l’azione di recupero, da parte della Abaco spa, proprio ricorrendo alle ingiunzioni fiscali nei confronti dei più ostinati debitori, ovvero coloro che nonostante tutto (ipotesi di rateizzazioni incluse) non hanno ancora provveduto a pagare le spettanze. E non sembrano averne l’intenzione. E ad oggi risultano almeno 150 – con il dato in evoluzione – le famiglie che non hanno pagato per i servizi legati agli asili nido.
Se il recupero dei crediti comporta da parte dell’Arengo anche una sorta di mediazione con quelle famiglie che non hanno potuto pagare perché magari si sono realmente ritrovate in difficoltà economiche, arrivando anche a concordare rateizzazioni, non si attenua, invece, l’azione nei confronti dei veri furbetti, ovvero coloro che pur rientrando in una fascia di reddito adeguata o addirittura rilevante non si sono curati – o non hanno voluto – provvedere al pagamento dei servizi per i propri figli. E tra questi anche insospettabili professionisti o imprenditori hanno “dimenticato” di saldare il conto. E qualcuno, addirittura, non ha provveduto neppure dopo il sollecito dell’Arengo, arrivando a vedersi arrivare l’ingiunzione fiscale. Nel gruppo dei debitori, come detto, anche professionisti e famiglie benestanti, oltre a qualche straniero che fingeva anche di non capire e non pagava i buoni-mensa.