Le statistiche sul lavoro e l’economia del Piceno rappresentano ormai un “bollettino di guerra”. Come confermano i dati aggiornati di Infocamere. Posti di lavoro che perdono ancora quota e un calo delle imprese attive di quasi altre 150 unità nei primi tre mesi del 2017. La tendenza, purtroppo, è ancora in negativo e preannuncia fulmini e saette sul sistema imprenditoriale locale, come dimostra il saldo sempre ampiamente negativo tra le 406 nuove imprese iscritte e le 540 che hanno cessato l’attività. A parlare, purtroppo, sono i numeri ufficiali: quelli di “Infoimprese” che fanno riferimento al primo trimestre di questo 2017 tutt’altro che incoraggiante. E se chi prova ad aprire un’attività si butta in prevalenza ancora su settori come il commercio e l’edilizia, di contro le chiusure toccano un po’ tutti i comparti, inclusi la stessa agricoltura ed il turismo. Intanto, in soli tre mesi, sono fallite ben 13 società di capitali.
Sono 20.752 le imprese attive (dati aggiornati al primo trimestre 2017) nella provincia ascolana, di cui 5.832 sono imprese artigiane. Un dato in calo di 147 attività rispetto alla fine del 2016. Le nuove iscrizioni sono 406, un dato comunque in flessione se paragonato al primo trimeste del 2016 (erano 453) e a quello del 2015 (419), ma perlomeno risulta in lieve flessione, rispetto agli anni precedenti, anche il dato relativo al primo trimestre per quel che riguarda le cessazioni: sono 540 (nel 2015 erano 555 e nel 2015 574). Quel che è certo è che, comunque, la situazione resta critica con un saldo negativo di 134 imprese tra iscrizioni e cessazioni.
Le imprese che si sono iscritte, nel primo trimestre del 2017, sono 406, con un calo del 10.4% rispetto allo stesso periodo del 2016. Le aperture di unità locali sono, invece, 156, con un incremento del 9,1% rispetto all’anno scorso. Sono 540, inoltre, le cessazioni, con un dato in calo del 2,7% rispetto alle 555 cancellazioni dell’inizio 2016. Nel quadro complessivo, sono 118 le imprese sciolte o in liquidazione (comunque il 9,2 % in meno rispetto all’anno scorso) , mentre risultano 129 le chiusure di unità locali (-4,4% rispetto al 2016). In totale, sempre con riferimento al primo trimestre di quest’anno, sono stati 18 i fallimenti. Per quel che riguarda il numero degli addetti occupati complessivamente nelle imprese del Piceno risultano 55.109 (-0,4% rispetto all’anno precedente).
A tenere banco, in ogni caso, sono ancora le ditte individuali. Entrando nel dettaglio di iscrizioni e cancellazioni, a prevalre sono in entrambi i casi proprio le ditte individuali con 224 iscrizioni (-11,5%) e 369 cessazioni. Seguono le società di capitali con 145 iscrizioni (+0,7%) e 92 cessazioni, mentre 33 sono le nuove società di persone iscritte (-17,5%) e 64 quelle che hanno cessato l’attività ( (-8,6%). Sono 4 le imprese iscritte e 15 quelle cessate di altra forma giuridica.
Di che tipologia sono le imprese picene nate in questo 2017 ? Tra quelle classificate, 40 riguardano l’agricoltura e le attività connesse (comunque un 37,5% in meno rispetto allo scorso anno), 33 riguardano attività manifatturiere, energia e attività minerarie (-8,3%), 43 sono del settore costruzioni (+43,3% rispetto al 2016), 69 del commercio (-16,9%), 23 del settore turismo (-14,8%), 2 di trasporti e spedizioni (-60%), 8 di assicurazioni e credito (come lo scorso anno), 46 di servizi alle imprese (-28,1%) e 25 di altri settori (-19,4%).
Per quel che riguarda, invece, le cessazioni, sono 84 le imprese agricole o di attività connesse che non ci sono più (-7,7%); 60 quelle del settore manifatturiero o di energia e attività minerarie (17,6%); 73 del settore costruzioni (-3,9%), 129 del commercio (-1,5), 45 del turismo (21,6%), 8 di trasporti e spedizioni (33,3%) 15 di assicurazioni e credito (36,4%), 59 di servizi alle imprese (-19,2%), 24 di altri settori (-46,7%). Per quel che riguarda le imprese che sono dovute ricorrere a procedure fallimentari, 13 sono le società di capitale fallite (30% in più rispetto allo scorso anno), 3 le società di persone e 2 le imprese individuali. Non resta che farsi il segno della croce e mantenere l’ottimismo.