“Gli anziani nelle terre del sisma. Il ruolo di istituzioni, associazioni ed enti locali” è l’incontro pubblico tra sindaci, medici di famiglia, associazioni e cittadini che si è svolto questa mattina presso la sala dei Savi di Palazzo dei Capitani ad Ascoli Piceno. Un incontro, organizzato dal Bim Tronto, d’intesa con l’associazione Amici del Geriatrico Inrca, il Comune di Amandola e la Cna Pensionati Marche, che è stato l’occasione per discutere, confrontarsi e individuare strumenti e percorsi per assistere la popolazione anziana nelle zone – soprattutto montane – colpite duramente dal sisma, attraverso progetti sinergici tra ambito sanitario, sociale e istituzionale.
“La popolazione anziana è sempre più sola nel territorio montano – ha spiegato il presidente del Bim Tronto, Luigi Contisciani -. Le nostre istituzioni parlano di territorio, ma assistiamo a troppi tagli ai servizi primari, per questo è importante individuare prospettive per il post sisma a tutela degli anziani”. “Il Bim Tronto non smette mai di alimentare proposte e iniziative non scontate – è stato il saluto del sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli – attraverso una vera strategia di investimento e sostegno del territorio e della comunità. Esistono molte situazioni ed esigenze su cui l’Inrca può concentrarsi, si tratta di territori già affaticati prima del 24 agosto 2016 e che, a seguito del sisma, hanno assistito a un ulteriore drammatizzazione dell’emergenza. Questioni come l’isolamento delle zone montane e la fragilità psicologica dell’anziano sono state soltanto enfatizzate dal terremoto, oggi va ricostruita la tenuta e la solidità psicosociale della popolazione anziana con politiche straordinarie”. “La perdita più grande che abbiamo avuto è stato il nostro ospedale – ha detto l’assessore ai servizi sociali del Comune di Amandola, Sara Cruciani – un bene prezioso per tutto il territorio. Abbiamo riattivato i servizi e riportato gli ambulatori nelle strutture non danneggiate dal sisma, ma il tema resta fondamentale”.
Il terremoto ha dunque acuito delle esigenze naturali della popolazione anziana, ha ribadito Aldo Tesei, presidente dell’Associazione Amici del Geriatrico Inrca, e il problema va affrontato concentrandosi sulla figura dell’anziano. A livello europeo, l’Italia è l’ultima ad attuare progetti concreti di assistenza domiciliare, in grado di assistere l’anziano senza sradicarlo dal suo ambiente domestico. Secondo Tesei l’obiettivo deve essere una svolta qualitativamente valida nell’assistenza dell’anziano che tenga conto del rispetto della sua persona e del suo valore umano a 360 gradi.
La dottoressa Maria Teresa Nespeca dell’Area Vasta 5 ha fatto il punto sul piano sanitario: “se vogliamo fare un salto di qualità, l’assistenza domiciliare deve pareggiare quella ospedaliera, ma, d’altro canto, non si può continuare a medicalizzare l’intervento a domicilio che spesso ha una missione prettamente sociale. L’assistenza domiciliare è possibile solo se si hanno risorse sanitarie e sociali in sinergia. Il sisma può essere l’occasione di una sperimentazione, cominciamo a ragionare su un’idea di rete sociale e istituzionale”.
Da qui l’azione, imprescindibile, dell’Inrca, un istituto specializzato nella cura e nella ricerca della popolazione anziana. Oggi in Italia gli over 90 sono oltre 200mila, gli over 80 sono più di quattro milioni. “Per questo l’intervento a tutela degli anziani – ha specificato Antonio Cherubini, Responsabile dell’Unità Operativa di Geriatria dell’Istituto – deve essere adeguato alle condizioni di vita e di salute della persona”.
“Arquata è la dimostrazione – ha detto Italo Paolini, medico di famiglia di Arquata – che in questi borghi c’è un modo diverso di vivere, benefico per la vita delle persone anziane. Non è pensabile ridurre un livello assistenziale senza dare gli strumenti al resto del sistema, ecco perché la risposta dev’essere sistemica. Servono cure primarie e risorse organizzative per mettere in comunicazione i vari pezzi. Dobbiamo ragionare su percorsi assistenziali anche alternativi che mettano medici e pazienti in un circuito sistemico virtuoso”.
“Gli anziani, come i giovani, rappresentano una fascia fragile della società – ha chiosato Luigi Contisciani – e il nostro scopo è sostenere la comunità e il suo progresso. Sono rammaricato dell’assenza di molte istituzioni, che riservano poca attenzione a tematiche fondamentali come queste e come quelle della scuola, in ogni caso noi continuiamo a lavorare su questioni che riteniamo vitali per i nostri territori, con la speranza che tornino a splendere come un tempo”.