C’erano una volta, in tutte le aree della città destinate a parcheggi blu, gli obbligatori segnali informativi, con tanto di ordinanza comunale che dovrebbe illustrare a chiunque decidesse di parcheggiare, le modalità previste, il pagamento di eventuali sforamenti di orario e quant’altro. Ebbene, ecco cosa si trova di fronte, oggi, un visitatore della città che vuole lasciare l’auto in sosta nel centro ascolano. Quei segnali sembrano ormai delle testimonianze dell’era dell’inciviltà e della trascuratezza, con tanto di codici indecifrabili, visto che dell’ordinanza e delle informazioni non si ha più alcuna traccia. Ecco, dunque, che per un povero turista (o anche un ascolano ignaro delle modalità di sosta) che magari torna al parcheggio in ritardo, difficilmente riesce a capire di doversi recare negli uffici della Saba a Torricella per pagare i 2 euro di mora e l’integrazione della sosta. Se ne torna a casa e scatta, automaticamente, la multa che viene recapitata direttamente a domicilio. Ma un dubbio sorge spontaneo: se l’automobilista deve pagare per non essere tornato a riprendere l’auto nei tempi giusti, allora che cosa dovrebbe spettare alla società di gestione della sosta che ormai da mesi, se non da anni, ha dimenticato di risistemare e rendere leggibile la segnaletica informativa? Una cosa è certa: parcometri e segnali relativi, ad Ascoli, sembrano residuati bellici.