Nella grande corsa per i sopralluoghi e le relative ordinanze post terremoto, capita anche di incappare in qualche disguido burocratico. Come, ad esempio, nel caso di una palazzina in corso Vittorio Emanuele (che ospita un ristorante molto noto) che si è ritrovata con un’ordinanza di evacuazione pur non avendo subìto alcun danno e senza che ci sia stato alcun sopralluogo. Un errore a cui l’Arengo ha subito rimediato con una revoca dell’ordinanza in questione. Un equivoco sulle particelle catastali, essendo stato effettuato il sopralluogo in una palazzina vicina, ha portato – tra migliaia di atti e provvedimenti – a questa ordinanza di “non utilizzabilità” della palazzina che, in realtà, è perfettamente agibile, utilizzabile e senza alcun problema. Tanto che, proprio per evitare che un edificio totalmente illeso potesse rimanere bloccato si è immediatamente messa la retromarcia revocando il provvedimento in questione e sfornandone uno nuovo che esclude totalmente la palazzina del ristorante da ogni problematica legata al terremoto. La richiesta di revoca è arrivata proprio dalla società proprietaria dell’immobile, ribadendo che in realtà quell’unità immobiliare “non ha ricevuto alcun danno dal sisma” e che “non è mai stato richiesto nessun sopralluogo Fast”. Intanto, dopo alcune schede Fast con sommaria indicazione di non utilizzabilità, alcune attività commerciali attendono di conoscere il loro destino attraverso le relative schede Aedes, ovvero quelle deputate ad entrare nel dettaglio, precisando quali siano le parti o le unità abitative o commerciali dell’immobile realmente inagibili e quali, invece, possano continuare ad essere utilizzate senza problemi.