Se la Saba chiede – convenzione alla mano – a cadenza periodica sostanziosi rimborsi per i parcheggi non utilizzabili per eventi o lavori, ecco ora che l’Arengo prepara la contromossa: a settembre sarà inviata ufficialmente la richiesta di pagamento del canone concessorio non ricognitorio, ribattezzato anche “tassa sui parcheggi”, per una somma che dovrebbe aggirarsi, per la società che gestisce la sosta, intorno ai 250 mila euro all’anno. A fronte di un introito complessivo per lo stesso canone (che riguarderà tutte le principali società erogatrici di servizi e utilities, come ad esempio l’Enel o le compagnie telefoniche) che è stato previsto in circa 800 mila euro. Proprio in questi giorni, infatti, in linea con quanto concordato con il sindaco Castelli, l’assessore al bilancio Daniele Gibellieri e gli uffici contabili dell’Arengo stanno lavorando a testa bassa, con conferenze dei servizi e riunioni, per definire tutta la procedura e per poter inviare la letterina di pagamento, alla Saba, nel prossimo mese di settembre.
L’Arengo, dunque, dopo un tentennamento dovuto ad alcune sentenze della giustizia amministrativa in materia che non erano incoraggianti, avuti altri riscontri positivi ha deciso di spingere sull’acceleratore e rispettare la strategia già inserita i bilancio secondo la quale chiunque eroghi servizi a pagamento utilizzando il suolo pubblico deve pagare un canone al Comune. Un provvedimento che, proprio sulla base dell’impostazione definita dall’Arengo, non riguarderà le piccole aziende ma le multinazionali o grandi società che traggono vantaggi importanti dall’utilizzo delle aree pubbliche, come appunto la Saba, l’Enel o le compagnie telefoniche. Insomma, una tassa che dovranno pagare le aziende con profitti consistenti per le cosiddette utilities.
Proprio il canone non ricognitorio, di fatto, rappresenta una delle novità del bilancio comunale, con una decisione che si fa forza su una recente sentenza del Consiglio di Stato per chiamare, tra gli altri, la Saba a pagare per gli spazi utilizzati per gli stalli della sosta. Un discorso che, come detto, sembrava accantonato alla luce di alcuni pronunciamenti avversi a livello giudiziario, ma che ora dopo aver ritrovato vigore si concretizzerà negli avvisi di pagamento e in una voce di entrata nel bilancio appena varato. Facendo un conteggio di previsione per l’importo che la Saba sarà chiamata a pagare già da settembre, si è arrivati ad individuare una somma di circa 250 mila euro che dovrebbe entrare annualmente nelle casse dell’Arengo. Una scelta che, in pratica, va un po’ a compensare l’impatto negativo della convenzione sulla sosta che ormai da 15 anni costringe il Comune a rimborsare la Saba ogni qual volta si rende necessario utilizzare per altri usi o per lavori aree destinate alle strisce blu.
I RIMBORSI SABA
A rendere ancor più delicati gli equilibri economici tra l’Arengo e la Saba, con un rapporto che proprio in questo periodo “compie” 15 anni e che viene regolamentato da una convenzione molto stringente, c’è anche la metodologia con la quale l’Amministrazione comunale si vede piovere addosso le fatture della Saba per i rimborsi previsti dalla stessa convenzione. Ogni tanto, infatti, arrivano queste richieste di pagamento relative a fatture che, in realtà, vanno spesso molto indietro negli anni, come l’ultimo pagamento di 92 mila euro che riguarda fatture che vanno dal 2008 al 2016. Così come lo scorso anno erano stati effettuati pagamenti, sempre relativi a rimborsi per parcheggi non utilizzabili o provvigioni sulle multe, che erano stati prima di 108.000 e poi di 31.000 euro. E il discorso, come detto, va avanti ormai da 15 anni e, quindi, nel corso del tempo ha inciso non poco sulle casse comunali, anche andando di fatto a gravare ulteriormente sui costi relativi ad ogni opera pubblica realizzata, come accaduto con corso Mazzini e la zona ex Carisap e con piazza Ventidio Basso. O come si è verificato per i mercati quando vanno ad occupare stalli blu per la sosta a pagamento.
A questo punto, bisognerà capire quale sarà la reazione della Saba, così come delle altre aziende chiamate a pagare la nuova “tassa”, all’arrivo dell’avviso di pagamento. Di certo, non sarà digerito in maniera indolore questo nuovo canone che, di fatto, intende garantire un introito al Comune sulla base dell’utilizzo del suolo pubblico per erogare servizi. Considerando tra l’altro che già al primo annuncio l’Enel aveva presentato un ricorso al Tar specifico proprio contro Palazzo Arengo e la delibera di consiglio comunale con la quale si è approvato il famigerato canone. Canone che ora passa dalla fase deliberativa a quella più concreta degli avvisi di pagamento.