Il commercio ascolano non ci sta e alza la voce sulla zona franca alla luce di agevolazioni che, se da una parte rappresentano un forte impulso ad aprire nuove attività laddove il terremoto ha lasciato il segno, dall’altra restano legate ad un parametro numerico – quello del 25% del calo di fatturato – che rischia paradossalmente di penalizzare proprio coloro che avevano le serrande alzate nei mesi della grande sofferenza e della paura, quelli delle scosse e della fuga di cittadini e visitatori. Il rischio è, dunque, quello di una beffa ai danni di chi magari ha subìto un contraccolpo indiretto dal terremoto. E su questo fronte – per il quale già inizia a prendere corpo l’ipotesi di una modifica al decreto in questione – inizia a farsi sentire la voce dei commercianti ascolani. Con il presidente della Confcommercio del capoluogo piceno, Ugo Spalvieri, e con l’assessore al commercio, Alessandro Filiaggi. E a breve, sulla questione, si riunirà la consulta comunale per commercio e turismo.
“Convocherò a stretto giro – esordisce l’assessore Filiaggi – la consulta commercio e turismo per esaminare gli effetti della circolare attuativa per questa zona franca. Si tratta di tutelare tutte quelle attività che hanno subìto i pesanti danni indiretti provocati dal teremoto, correggendo ove possibile quanto al momento previsto per le attività già esistenti in modo da aiutarle a superare le difficoltà. Ci confronteremo con le associazioni di categoria proprio per capire quale sia l’impatto del decreto così concepito sulla situazione ascolana. Proprio dalla consulta – aggiunge Filiaggi – era partito il discorso relativo al danno indiretto da quantificare sul territorio ascolane. Erano state anche raccolte alcune schede, circa un’ottantina, da parte della Confcommercio in raccordo col presidente della consulta, Negroni, proprio per capire quali fossero gli effetti del sisma sugli incassi… Quel che è certo è che si rende necessario aggiustare il tiro”.
Più che zona franca, sembra una zona… confusa. E ora il commercio ascolano non ci sta e alza la voce alla luce di agevolazioni che, se da una parte rappresentano un forte impulso ad aprire nuove attività laddove il terremoto ha lasciato il segno, dall’altra restano legate ad un parametro numerico – quello del 25% del calo di fatturato – che rischia paradossalmente di penalizzare proprio coloro che avevano le serrande alzate nei mesi della grande sofferenza e della paura, quelli delle scosse e della fuga di cittadini e visitatori. Il rischio è, dunque, quello di una beffa ai danni di chi magari ha subìto un contraccolpo indiretto dal terremoto. E su questo fronte – per il quale già inizia a prendere corpo l’ipotesi di una modifica al decreto in questione – inizia a farsi sentire la voce dei commercianti ascolani. Con il presidente della Confcommercio del capoluogo piceno, Ugo Spalvieri, e con l’assessore al commercio, Alessandro Filiaggi. E a breve, sulla questione, si riunirà la consulta comunale per commercio e turismo.
“Convocherò a stretto giro – esordisce l’assessore Filiaggi – la consulta commercio e turismo per esaminare gli effetti della circolare attuativa per questa zona franca. Si tratta di tutelare tutte quelle attività che hanno subìto i pesanti danni indiretti provocati dal teremoto, correggendo ove possibile quanto al momento previsto per le attività già esistenti in modo da aiutarle a superare le difficoltà. Ci confronteremo con le associazioni di categoria proprio per capire quale sia l’impatto del decreto così concepito sulla situazione ascolana”.
“Proprio dalla consulta – aggiunge Filiaggi – era partito il discorso relativo al danno indiretto da quantificare sul territorio ascolane. Erano state anche raccolte alcune schede (circa un’ottantina – ndr) da parte della Confcommercio in raccordo col presidente della consulta, Negroni, proprio per capire quali fossero gli effetti del sisma sugli incassi… Quel che è certo è che si rende necessario aggiustare il tiro”.
“L’idea era di incentivare nuove attività nelle zone duramente colpite dal sisma – commenta il presidente della Confcommercio di Ascoli, Ugo Spalvieri – è sicuramente condivisibile. Ma così come tecnicamente è stata impostato il decreto, si corre anche il rischio di penalizzare le attività esistenti in zone che hanno mantenuto il loro tessuto commerciale nonostante tutto, come Ascoli. Ed effettivamente, si rischia anche che qualcuno per aggirare l’ostacolo possa arrivare a chiudere e riaprire con una nuova società per beneficiare delle agevolazioni… Mi auguro che ciò non accada e che si riveda questo aspetto per aiutare anche le vecchie attività. Se il decreto è finalizzato a ricostruire il tessuto economico e sociale delle zone spopolate e isolate, come servizio, mi sta bene. Ma vanno messi dei paletti e deve essere supportato allo stesso modo chi ha patito la fuga di residenti e visitatori per mesi, vivendo direttamente il terremoto”.