Adesso è ufficiale: il sindaco Castelli ha rinunciato ufficialmente alla candidatura parlamentare non essendosi dimesso entro lo scorso 13 settembre. E quindi restando ineleggibile alla Camera e al Senato, secondo la vigente normativa. Il primo cittadino resterà al suo posto fino alla fine del mandato, ovvero fino a primavera-estate 2019.
A sancire l’impossibilità di una candidatura alla Camera dei deputati ci sono normative, tempistiche e procedure in base alle quali i sindaci per farsi avanti avrebbero dovuto dimettersi, essendo altrimenti ineleggibili al Parlamento, almeno 180 giorni prima della fine formale della legislatura. Il che, calcolatrice alla mano e ripartendo a ritroso da quella che viene indicata come la data conclusiva di questo mandato parlamentare, ovvero il 15 marzo 2018, si arriva ad individuare il 13 settembre scorso come ultimo giorno possibile per formalizzare le dimissioni e, nel caso di Castelli, per l’eventuale addio anticipato a Palazzo Arengo. Un Castelli che, invece, a questo punto potrebbe essere in rampa di lancio per le elezioni europee o per la Regione nel 2020.
In tema di candidature al Parlamento, la legge in vigore parla chiaro: non sono eleggibili (oltre a diverse altre figure istituzionali) i sindaci dei Comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti.
“Le cause di ineleggibilità, – sancisce la normativa – hanno effetto se le funzioni esercitate siano cessate almeno 180 giorni prima della data di scadenza del quinquennio di durata della Camera dei deputati”. Ed in tal senso, sempre facendo riferimento alla legge in materia, il quinquennio decorre dalla data della prima riunione dell’assemblea parlamentare e, quindi, nel caso di questa legislatura, dal 15 marzo 2013. Ed è dal 15 marzo 2018 che vanno fatti i conteggi all’indietro di questi fatidici 180 giorni entro i quali i sindaci non possono più dimettersi per eliminare l’ineleggibilità. E quindi, si arriva alla data dello scorso 13 settembre come ultimo giorno possibile per lasciare l’incarico da sindaco e rendere possibile la candidatura alle politiche. In realtà, una candidatura in extremis sarebbe tecnicamente possibile, ma solo in caso di scioglimento della Camera dei deputati che ne anticipi la scadenza di oltre 120 giorni, con le dimissioni entro i 7 giorni successivi alla data di pubblicazione del decreto di scioglimento. Ipotesi decisamente poco probabile, considerando che c’è ancora da fare chiarezza sulla legge elettorale.