Il terremoto non si ferma neanche al cospetto della Storia. Vittima designata, con un’ordinanza di non utilizzabilità e di evacuazione, è lo storico Palazzo Saladini Pilastri, lungo corso Mazzini nella parte est. Dopo un sopralluogo effettuato proprio alla fine dello scorso mese di settembre, dai tecnici della Protezione civile, arriva ora il provvedimento disposto dall’Arengo con il quale si riconosce lo stato di rischio complessivo dell’edificio (alla luce di una scheda Fast e in attesa di una più specifica scheda Aedes riguardo le eventuali porzioni inagibili). In poche parole, lo storico palazzo non può essere accessibile e tantomeno utilizzabile fino a nuova ordinanza ed al completamento di un intervento di messa in sicurezza.
Il provvedimento con cui l’Arengo ufficializza la non utilizzabilità e, quindi, l’evacuazione di Palazzo Saladini Pilastri, in corso Mazzini, fa riferimento alla scheda Fast prodotta dai tecnici dopo il sopralluogo di fine settembre. Chiaramente, trattandosi di una Fast e, quindi, di una procedura di tipo altamente speditivo e pertanto non dettagliata, qualora, in base alla scheda Aedes giurata redatta successivamente da un tecnico nominato dai proprietari dell’immobile risultasse l’agibilità di alcune unità immobiliari o porzioni di esse, si provvederà ad emettere apposita ordinanza definitiva revocando l’ordine di evacuazione per le parti non più inagibili. Al momento, per la squadra tecnica che ha effettuato il sopralluogo si configura una circostanza di pericolo per la pubblica e privata incolumità che impone l’adozione di questa ordinanza con cui si sollecitano i proprietari ad evacuare da persone l’intero edificio.
Il sisma ha “ferito”, dunque, un bellissimo esempio di residenza nobiliare, qual è Palazzo Saladini Pilastri, che si distingue per la sua poderosa facciata composta da bianchi blocchi di travertino levigati e allo stesso tempo mostra, nella sua incompiutezza, l’aspetto originario che doveva avere nel XVI secolo. L’edificio è composto di tre ali e venne fondato nel XVI secolo nell’area precedentemente occupata da un monastero di suore benedettine. Nell’ampio giardino situato dietro la residenza è ancora possibile vedere alcuni resti del chiostro del convento medievale. Dal punto di vista architettonico l’ala orientale non presenta elementi di particolare interesse con semplici finestre dotate di mensola al primo piano e con ringhiera in ferro al secondo.