Il proprietario di un immobile, il titolare della impresa edile che eseguì i lavori di ristrutturazione e il coordinatore dei lavori sono stati rinviati a giudizio per la morte di Carla Benigni, l’allora trentaseienne di Castignano che nell’agosto del 2015 morì folgorata mentre stava montando degli addobbi all’esterno della sua abitazione in vista di Templaria che sarebbe iniziato il giorno seguente. Tutti e tre dovranno rispondere del reato di omicidio colposo. Era il 14 agosto del 2015 quando, nel primo pomeriggio, Carla Benigni decise di sistemare alcuni addobbi in vista dell’inizio di Templaria il giorno seguente, sull’impalcatura dell’immobile vicino la sua abitazione. Prese una scaletta in alluminio e proprio mentre stava posizionando gli addobbi subì la scarica elettrica. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, la donnaavrebbe appoggiato la sua mano sinistra al discendente pluviale in rame, che in quel momento faceva da conduttore elettrico di corrente rilasciata da alcuni fili che uscivano da una scatola elettrica, per poi toccare con la spalla l’impalcatura chiudendo il circuito e ricevendo la scarica che si è rivelata fatale. Per la pubblica accusa, pertanto, le responsabilità sarebbero da addebitare alla proprietaria dell’immobile, per imprudenza, imperizia e negligenza in quanto alla riconsegna dei lavori non avrebbe preteso una corretta riconsegna e una adeguata messa in sicurezza dell’immobile. Con lei, dovrà comparire davanti ai giudici il titolare dell’impresa edile perché nell’eseguire i lavori, l’accusa avrebbe accertato che dopo aver posizionato la grondaia in rame, i cavi dell’energia elettrica sarebbero stati sistemati in maniera posticcia e pericolosa. Infine, dovrà sostenere il processo anche il coordinatore dei lavori, in quanto non avrebbe svolto in maniera corretta il suo ruolo soprattutto per quanto riguarda la messa in sicurezza del cantiere. La prima udienza del processo si terrà il 25 giugno del prossimo anno.