Il rebus dei contributi post-terremoto per gli interventi pubblici coinvolge anche la Provincia di Ascoli, così come altri 40 enti. In altre parole, l’ordinanza-beffa del commissario ha visto proprio in questa fase l’Arengo e anche la Provincia ascolana, insieme ad una quarantina di altri enti marchigiani, ricorrere al Tar per cercare di far valere le proprie ragioni e per non vedersi sforbiciare le somme (tra indenizzo assicurativo e contributo statale) da destinare al superamento delle criticità del patrimonio pubblico causate dalle scosse telluriche. E solo quando Comune e Provincia avevano già presentato il ricorso, per la scadenza dei termini, è affiorata una nota dello stesso commissario straordinario De Micheli con la quale emergeva un distinguo anch’esso paradossale, secondo cui chi ha già incassato il proprio indennizzo assicurativo prima del 17 dicembre scorso, come nel caso dell’Arengo, non verrà decurtato il contributo statale. Cosa che, invece, accadrà per gli altri enti. Una decisione che, oltre a non essere tempestivamente comunicata agli enti prima che presentassero ricorso, risulta alquanto discutibile nei suoi contenuti: perché penalizzare alcuni enti rispetto agli altri solo in base ad una data di riscossione?
Tutta la questione, in realtà, era stata portata, alla pubblicazione dell’ordinanza della De Micheli, sul tavolo dell’Anci. Ed alla prima riunione degli enti interessati dal provvedimento, si decide di parlare della situazione con il presidente della giunta regionale, nonché vice-commissario, Ceriscioli. Viene espresso il disappunto da chi, pur avendo per anni il premio assicurativo, ora verrebbe messo sullo stesso piano di chi, invece, non ha mai avuto un’assicurazione per il terremoto. E viene fatto notare come ci siano anche interventi che non possono essere coperti dal contributo statale, quali ad esempio i casi di immobili dai quali si è deciso di trasferirne la funzionalità: un caso per tutti, la scuola San Domenico-Trebbiani che, essendo stati trasferiti altrove gli alunni, non potrà beneficiare di contributi statali. Poi, arrivati alla scadenza dei termini per presentare possibili ricorsi senza nessuna novità o comunicazione ufficiale, sia l’Arengo che la Provincia di Ascoli, come altri, decidono di rivolgersi al Tar. Ma solo quando è troppo tardi, secondo quanto sostiene il sindaco Castelli, spunta la nota attuativa del commissario straordinario che, come detto, va incontro solo a chi ha già incassato i soldi dell’assicurazione prima del 17 dicembre. Un salvagente per l’Arengo che lascia, però, a piedi molti altri enti.