Gaetano Monachello, che con la Ternana ha segnato la rete decisiva che ha consegnato i tre punti al Picchio, è tornato a parlare dei momenti che hanno preceduto il gol: “Il pallone era pesantissimo, mancavano pochi minuti alla fine della gara, la partita era importantissima per la classifica e per i tifosi, in quei momenti allo stadio c’era un silenzio quasi tombale, tanto era importante quel rigore. Ero un po’ teso, ho ripensato velocemente alla settimana che avevamo vissuto e a quello che sarebbe potuto essere nel caso in cui avessi segnato. Inoltre conoscevo Sala, il portiere della Ternana, col quale ho condiviso le giovanili all’Inter; ho calciato pensando che si sarebbe buttato dalla parte opposta, ma il tiro è stato così potente che è entrato ugualmente, avevo tanta rabbia e nervosismo dentro. Quel gol voleva dire: “Ci siamo, siamo vivi!”. Sarebbe stato più semplice fare gol su azione, quando non c’è tempo per pensare e fai tutto istintivamente. Gli attimi che hanno preceduto il rigore sono stati interminabili. Varela è stato bravissimo a procurarsi il penalty, ha agito di esperienza e d’astuzia e poco prima del tiro mi ha detto all’orecchio che avrei dovuto fare gol anche per lui. L’esultanza? Ho giocato con la Ternana e la mia esperienza non è andato benissimo, per questo ho esultato di rabbia; poi siamo andati tutti verso la bandierina e poi ad abbracciare i compagni della panchina. E’ stata la risposta del gruppo. La foto che ci ritrae tutti insieme ad esultare me la sono fatta anche stampare”. Grande reazione dopo il rosso a Mignanelli: “L’espulsione di Mignanelli ci ha dato una spinta, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che anche in dieci avremmo potuto vincerla, dovevamo vincerla per Mignanelli e per Carpani, che era a guardarci con le stampelle”. Con la Ternana è salito a tre il suo bottino di gol: “Sono soddisfatto perché ad Ascoli sto giocando con continuità, lotto in campo, cerco gli spazi e provo a dare il massimo; quando però hai una posizione di classifica come la nostra, sei portato a fare un altro tipo di gioco, più di sacrificio e quindi lavoro molto di sponda e faccio più il rifinitore, un ruolo che comunque mi piace. Preferisco salvarmi che fare tanti gol non utili alla causa, quando ha segnato Padella ho esultato come se avessi fatto gol io. La retrocessione sarebbe un bollino rosso per tutti, invece, in caso di salvezza, si potrebbero aprire altri discorsi, magari potrei restare all’Ascoli o chissà. Penso che se giochiamo da qui in avanti con la rabbia, l’agonismo e la cattiveria messi in campo contro la Ternana, potremo dire la nostra con qualunque avversario. Sulla difesa: “Con Cherubin ho giocato a Bergamo e conoscevo già il suo valore, ci dà molta sicurezza. Insomma, i ‘vecchietti’ ci danno una grande mano, hanno esperienza fra A e B e anche durante la gara spronano tutti noi a dare di più. Oltre a Cherubin ci sono Mengoni, Padella e Gigliotti, che sabato si è adattato a fare il quarto alto di sinistra”. Sul prossimo avversario ha detto: “La gioia per il ritorno alla vittoria è durata solo sabato, da domenica siamo con la testa allo Spezia e non vogliamo fermarci più, vogliamo raccogliere da qui alla fine più punti possibili. Sappiamo che con lo Spezia sarà una gara difficilissima, è un’ottima squadra, su un terreno misto sintetico in cui sono abituati a giocare, uno stadio molto raccolto in cui ho giocato e fatto gol quando giocavo col Lanciano. Andremo al Picco per giocarcela, proveremo a vincere perché abbiamo il veleno addosso. E poi da quando sono arrivato non abbiamo mai vinto due gare consecutive”. Sui tifosi: “Mi è piaciuto lo spirito col quale ci hanno incitati sabato soprattutto dopo aver subito il gol del pareggio ternano e ci hanno dato la forza per vincere la partita”.