Riccardo Spurio: “Insegnare la tecnica e’ difficile, devi aver giocato a calcio e studiato molto le varie fasi di apprendimento”

Con l’arrivo della stagione primaverile si decidono le sorti di molti campionati sportyivi specie nel calcio ne parliamo col Riccardo Spurio, preparatore atletico di lungo corso, insegnante di educazione fisica, consulente rivista Scienza e Sport, responsabile preparatori fisici Federtennis Marche, consulente Associazione Italiana Arbitri. Professor Spurio, si dice sempre che i campionati si decidono a primavera perche? “Semplice,  perche’ chi non ha fatto una buona preparazione a luglio e chi non ha utilizzato dei contenuti di lavoro intensi durante  il periodo agonistico va incontro a queste problematiche di risultati e molti  infortuni”.  Nella scuola calcio e nei settore giovanile non si insegna più la tecnica di base ma si comincia subito ad inculcare ai ragazzini schemi e tattiche di gioco? “Insegnare la tecnica e’ difficile, devi aver giocato a calcio e studiato molto le varie fasi di apprendimento della crescita, inoltre la tecnica di oggi che va allenata è quella applicata alle situazioni di gara, avere un pensiero veloce nel saper risolvere un azione motoria nel più breve tempo possibile, se sei pressato e ricevi palla, devi sapere subito la soluzione migliore da sviluppare e quindi devi avere almeno 2 o 3 alternative valide, tutto ciò va allenato fin da piccoli: Si pensa a costruire il fisico e non  ad allenare la tecnica,  dove l’ età del apprendimento migliore è l età giovanile, il muscolo é solo un soldato effettore di quello che gli chiede il sistema nervoso dove coesiste tutto il bagaglio motorio”.  Lei è professore di educazione fisica ed insegna nelle scuole medie ha riscontrato che molti alunni hanno difficoltà a correre, corrono male? “Insegno in montagna, nei luoghi colpiti dal terremoto, Arquata del Tronto, Comunanza e Force,  qui ancora si gioca fuori di casa e in strada , quindi i bambini sono più coordinati e molto rapidi. purtroppo il nostro paese, l’Italia,  é a  l’ultimo posto per la pratica sportiva nelle scuole elementari e non si é  capito che investendo nello sport giovanile si risparmia nelle spese sanitarie, ci si ammala di meno e si fa meno uso di farmaci , il mio progetto Oasi di Asterix da 15 anni contribuisce a dare  all’ attività motoria partendo addirittura dalle scuole materne”. Tornando al calcio..perchè pochi giovani passano dal vivaio alla prima squadra? “Forse non si é capito che la metodologia di allenamento nei settori giovanili é molto diversa, da quella di prima squadra. Gli allenatori della squadra maggiore  sono poco coinvolti al lavoro  dei settore giovanile, c’è poca coesione, almeno dalle nostre parti, poi invece vedi il Milan che negli ultimi 2 anni ha tirato fuori tanti giovani, forse per difficoltà economiche. Sono cambiati e peggiorati anche i dirigenti sportivi, ai miei tempi c’era più competenza, ora chi si alza la mattina fa calcio e dopo un mese si fa chiamare direttore, senza titoli di studio e curriculum”. Lei da preparatore atletico ha lavorato con Ascoli in A,B,C,  con Samb in C, con Sangiustese C2 e D, Civitanovese D poi tante società dilettantistiche, inoltre ha collaborazioni col West Ham dove arrivano le maggiori soddisfazioni?  “Le soddisfazioni maggiori sono state nel settore giovanile dell’Ascoli con Sandro Tiberi e Francesco Monaco, abbiamo abbinato risultati sportivi e prodotto tanti giovani a livello professionistico, nelle di prime squadre la promozione in C con la Sangiustese e la salvezza con la Samb in C.

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