Volge al termine la stagione del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno promossa dal Comune con l’AMAT. L’ultimo appuntamento in cartellone è giovedì 5 e venerdì 6 aprile con lo sguardo su uno dei grandi temi, la mafia, che hanno da sempre segnato la vita della Sicilia e dell’Italia. Sebastiano Lo Monaco è il protagonista dell’adattamento teatrale del libro di Pietro Grasso e Alberto La Volpe Per non morire di mafia portato in scena con la regia di Alessio Pizzech. Non un semplice spettacolo ma un ritratto, un’indagine emotiva, una discesa nel cuore vibrante del lucido pensiero di un uomo che ha dedicato e sta dedicando la sua vita alla lotta contro il crimine per il trionfo della legalità.
Quando comincia la nuova mafia? Come ha cambiato la vita della Sicilia e dell’Italia? Che cosa ci resta ancora da fare e da sperare con sconfiggerla? Sono solo alcuni degli interrogativi che il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso si pone nel suo libro Per non morire di mafia.
“Finché la mafia esiste – afferma Pietro Grasso – bisogna parlarne, discuterne, reagire. Il silenzio l’ossigeno grazie al quale i sistemi criminali si riorganizzano e la pericolosissima simbiosi di mafia, economia e potere si rafforza. I silenzi di oggi siamo destinati a pagarli duramente domani, con una mafia sempre pi forte, con cittadini sempre meno liberi”.
“Non un semplice spettacolo – dichiara Alessio Pizzech – ma un ritratto, un’indagine emotiva, una discesa nel cuore vibrante del lucido pensiero di un uomo che ha dedicato e sta dedicando la sua vita alla lotta contro il crimine per il trionfo della legalità. Lo immagino in una stanza. Lui è lì al suo tavolo, forse sta lavorando, forse, stanco, sta pensando, forse sta tenendo una lezione, quello che è certo è che lo spettatore si trova partecipe di una riflessione sorprendente per la sua vitalità intellettuale. Il tempo dello spettatore è lo stesso del protagonista sul palcoscenico. Il tempo della finzione corrisponde perfettamente allo sviluppo dell‘intera pièce che si dipana così tra il momento didattico, quello comico e quello che definirei tragico nel senso antico della parola. Il protagonista/attore narra i tempi moderni come l’aedo cantava la guerra di Troia e ci invita alla speranza, al valore supremo e antico del rispetto della legge dello stato ma guidato da una più profonda legge morale”.
La versione scenica è diì Nicola Fano, l’adattamento drammaturgico di Margherita Rubino, le musiche di Dario Arcidiacono, le scene di Giacomo Tringali, i costumi di Cristina Darold, le luci di Luigi Ascione, i canti tradizionali di Clara Salvo. Lo spettacolo è prodotto da SiciliaTeatro Associazione
Per informazioni: biglietteria del teatro 0736 298770. Inizio spettacolo ore 20.30.