Nel corso del suo primo intervento in Parlamento per ottenere la fiducia del governo, il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha manifestato l’intenzione di recarsi nelle zone colpite dal terremoto del 2016. Il vescovo di Ascoli non ha perso tempo e ha immediatamente invitato il primo ministro «In questo modo – spiega monsignor D’Ercole – potrà prendere coscienza della situazione dei terremotati e delle zone colpite dal sisma». Proprio in questi giorni il vescovo sta compiendo la sua visita pastorale ad Arquata dove ha potuto incontrare e parlare con le famiglie che ora vivono nelle casette. Nel frattempo, anche la diocesi è alle prese con i lavori di messa in sicurezza delle chiese e gli interventi di ricostruzione. Ad Arquata e Montegallo la gran parte delle chiese sono state ridotte ad un cumulo di macerie. Fino ad ora è stato possibile intervenire riusciti ad intervenire in una decine di chiese dove erano necessari dei lavori finalizzati alla loro riapertura: ciò che accaduto ad Acquasanta, Maltignano, Riparberda, Castorano ed altre ancora dove sono stati compiuti dei piccoli passi. Diversa è invece la situazione per quanto riguarda le chiese che hanno bisogno di interventi più incisivi come la Cattedrale di Sant’Emidio e le chiese del Crocifisso dell’Icona, del Sacro Cuore e dei Santi Pietro e Paolo ad Ascoli. Sono invece partiti con il finanziamento dello Stato i lavori per la riparazione dell’Episcopio danneggiato anch’esso dal sisma così come prosegue l’intervento realizzato dalla diocesi per quanto riguarda la Casa del clero che è stato possibile realizzare grazie alla donazione di 850mila euro da parte della Banca popolare di Milano. L’auspicio del vescovo di Ascoli è che i lavori possano concludersi per i primi mesi del 2019.