Ricostruzione, ad Ascoli finora concessi 5 milioni per 39 cantieri tra cui il palazzo vescovile

L’Ufficio ricostruzione ha sbloccato finora 5 milioni di euro per Ascoli capoluogo che serviranno a sistemare, dopo i danni subiti a causa del terremoto relativamente a 39 edifici per i quali sono già stati emessi i relativi decreti. Immobili che, aldilà delle abitazioni, in 9 casi sono intestati a società, ditte o imprese individuali (quindi attività commerciali o uffici), ma anche beni ecclesiali o di associazioni di volontariato. E tra questi spicca la concessione del contributo, pari a circa 365.000 euro, per la copertura dei costi di sistemazione del palazzo vescovile, in piazza Arringo, anch’esso ferito dalle scosse telluriche.

In totale, le pratiche relative al territorio comunale ascolano che sono sul tavolo degli uffici preposti alla ricostruzione, con dato aggiornato a martedì scorso, sono 162, tra le quali 21 riguardano immobili intestati a società, ditte, associazioni o enti che si occupano di attività produttive, uffici, attività commerciali, volontariato e quant’altro. Come detto, quelle che si sono già sbloccate sono complessivamente 39, quindi il 25% delle domande formalizzate. Per una somma concessa pari a 4.968.404,87 euro. Solo 6, al momento, sono le pratiche ascolane che sono state bocciate, ovvero per le quali si è ritenuto di non dover concedere contributi. Contributi che vanno dai 4.000 euro fino ai circa 370.000 euro concessi per un’immobile in una delle frazioni vicine alla città. Ma, chiaramente, tutti i numeri attuali, come detto aggiornati allo scorso 26 giugno dalla Regione Marche e dai collegati Uffici per la ricostruzione, sono inesorabilmente destinati a crescere, tempi permettendo.

La stragrande maggioranza delle domande presentate, come prevedibile, è relativa ad immobili a destinazione residenziale, quindi, utilizzati come abitazioni (anche in affitto). Infatti, degli edifici oggetto di richiesta di contributi per i danni del terremoto che non abbiano destinazione abitativa risultano, come detto, solo 21 su 162, ovvero il 13% rispetto al totale. In questa percentuale, oltre al commercio, alle attività produttive e al direzionale, rientrano anche tutte quelle strutture che fanno riferimento alla Chiesa e anche ad associazioni di volontariato. In tal senso, è arrivato ora lo sblocco del contributo, pari a 365.521,87 euro (il secondo in ordine di consistenza tra quelli finora concessi), che servirà per risistemare il palazzo vescovile. Palazzo che non era stato risparmiato dallo spietato terremoto a cavallo tra il 2016 e il 2017. Oltre l’edificio simbolo della Chiesa ascolana, altri contributi sono stati concessi a strutture danneggiate comunque legate al mondo ecclesiale come l’Istituto Pio Sacro cuore in viale Vellei e un immobile delle Suore oblate del Santissimo redentore. Sbloccato anche il contributo per un edificio dell’Anfass Onlus. Sempre restando in tema, c’è poi tutto il discorso delle chiese da sistemare, pesantemente danneggiate, per le quali c’è un percorso a parte rientrando come canali di finanziamento anche per i beni architettonici e culturali. Senza dimenticare che dovrebbero essere ancora numerose le domande ancora da presentare e formalizzare all’Ufficio di ricostruzione, visto l’impatto del terremoto anche su Ascoli, a livello di edifici danneggiati.

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