Gli affitti in nero complicano la situazione per gli sfollati ascolani. Il problema limita, di fatto, le disponibilità di appartamenti proprio per la volontà, di diversi proprietari che affittano senza regolare registrazione contrattuale, di uscire allo scoperto ufficialmente. Un fattore, dunque, quello delle locazioni non registrate, che impedisce di poter trovare una adeguata offerta di ricollocazione per chi dovrà lasciare gli alberghi. Questo anche perché i nuovi contributi non dovrebbero più essere assegnati alle famiglie, ma dovrebbero trasformarsi in rimborsi del regolare canone mensile da pagare per l’affitto. Per la precisione si tratta di 84 persone (circa 30 famiglie) che vivono ancora con la formula hotel, ma che dovranno inevitabilmente trovare case in locazione. Ed in tal senso, dopo una circolare informativa inviata ai Comuni con la quale si individuata la data di fine agosto per il cambio di rotta, la Regione ha inserito online la data del 31 dicembre 2018 quale proroga per l’addio alle strutture ricettive, in concomitanza con la conclusione dello stato di emergenza.
Per il resto, mancano indicazioni operative più precise e soprattutto non c’è ancora l’annunciata ordinanza che dovrebbe rimodulare tutto il discorso dei Cas (contributi di autonoma sistemazione).
Il paradosso della situazione venutasi a creare, per le famiglie sfollate che entro l’anno dovranno lasciare gli alberghi ma anche per chi si trovi in abitazioni con affitti non registrati, è che si trovano difficoltà evidenti a reperire appartamenti nei quali poter ospitare gli ascolani che si ritrovano a cercare una nuova sistemazione proprio per il fatto che diversi proprietari di immobili hanno finora affittato abitazioni in nero o comunque senza registrazione dei contratti magari per non pagare le tasse. Una modalità che però, in vista dell’annunciato cambio di modalità della concessione dei contributi di autonoma sistemazione, rappresenta un problema nel problema. Fino ad ora, infatti, il Cas è stato ed è erogato come contributo per il disagio ai nuclei familiari costretti, per inagibilità, a lasciare la loro abitazione. Quindi, indipendentemente da dove poi si sia andati a vivere. C’è chi magari percepisce il contributo ma abita in casa di parenti o amici, oppure ha trovato una sistemazione provvisoria non regolarizzata dal punto di vista formale. Tutto questo, però, nel momento in cui si sancirà il passaggio alla nuova tipologia di contributi per gli sfollati, che prevede il rimborso del regolare canone mensile di locazione per l’abitazione temporanea, diventerà impossibile. Nel senso che dovrebbero essere rimborsati i canoni mensili per i contratti d’affitto regolarmente registrati. E quindi chi affitterà in nero o senza registrazione un appartamento non potrà ottenere il rimborso mensile del canone. Considerando che i controlli, in tal senso, non mancheranno.
In questa fase di transizione, per quel che riguarda la sistemazione degli sfollati, l’Arengo attraverso lo specifico ufficio all’interno del Comando dei vigili urbani continua a cercare manifestazioni di interesse – che attualmente sono solamente 4 – da parte di proprietari intenzionati ad affittare appartamenti. E allo stesso tempo si stanno invitando le persone che si trovano in hotel o in b&b a cercare anche autonomamente un alloggio per sistemarsi, essendo ormai agli sgoccioli la loro permanenza in strutture ricettive. Basti pensare che finora per tutte le persone sfollate in albergo, nelle Marche, sono stati spesi 76,6 milioni di euro.