La mazzata post-terremoto sul turismo ascolano viene certificata a distanza di due anni esatti dal sisma. Il tempo di leggere ufficialmente i dati statistici relativi ad arrivi e presenze ad Ascoli e nel Piceno e subito si prende coscienza della grave ricaduta negativa che le scosse telluriche hanno avuto su un settore che proprio una settimana prima del sisma stava crescendo a vista d’occhio. Dati impietosi, che erano già stati inviati ai Comuni e che ora sono online, sotto gli occhi di tutti. Dati che mettono sotto la luce del sole un calo di arrivi, rispetto al 2016 (quando la stagione era ormai conclusa nel momento delle prime scosse) che sfiora il 29% ad Ascoli e va oltre il 15% in tutto il Piceno. E chiaramente anche il resoconto delle presenze (ovvero dei giorni di permanenza dei turisti arrivati) è in linea, con un calo che arriva al 27% per il capoluogo e supera il 20% su tutto il territorio provinciale. Numeri che potevano essere immaginabili, considerando anche gli effetti negativi del terremoto anche a livello mediatico nazionale, ma che letti nero su bianco lasciano davvero trapelare tutta la preoccupazione di un territorio che proprio in questa fase è alle prese con i primi resoconti per questa stagione turistica 2018 che volge ormai verso la fase calante.
Nella prima stagione turistica post-terremoto e in tutto il 2017, ad Ascoli, gli arrivi nelle strutture turistiche (alberghi, b&b e anche case private) sono stati 27.911 e le presenze 117.004, con una media di permanenza di ciascun turista pari a 4 giorni. Facendo un raffronto con il 2016, si registra un calo quasi del 29% per gli arrivi (con 11.128 persone in meno nel 2017) e quasi del 27% per quel che riguarda le presenze (42.069 in meno nel 2017). Entrando ancor più nel dettaglio, dividendo la tipologia delle strutture ad Ascoli, risultano sempre per il 2017 16.093 arrivi negli alberghi (con 59.018 presenze) e 11.818 arrivi in altre strutture (b&b, case private, etc.), con 57986 presenze. Un dato retroattivo, quello del 2017, che lascia comunque l’amaro in bocca e che ora, dopo una doverosa analisi ed elaborazione sui primi riscontri del 2018, potrebbe aprire una riflessione collettiva, istituzioni incluse, per capire come intervenire a sostegno di un settore che – visto da tutti come una potenzialità del territorio – mai come in questa fase sembra avere bisogno di strategie e supporto.
Il dato turistico riferito all’interno territorio provinciale fa registrare, nel 2017, un calo di 59.408 arrivi (oltre il 15% in meno rispetto al 2016) e 429.753 presenze in meno (oltre il 20% in meno). In totale, gli arrivi sono risultati 319.470 arrivi, mentre le presenze 1.710.757. Un bel passo indietro rispetto ai 378.878 arrivi e alle 2.140.510 presenze dell’anno 2016, con mesi record prima dell’arrivo delle scosse telluriche. Andando a spulciare anche qualche dato relativo alla riviera, emerge che anche San Benedetto ha subito un netto calo degli arrivi e delle presenze, nel 2017, rispetto all’anno precedente: gli arrivi sono stati 159.241 arrivi (contro i 194.687 del 2016) e le presenze 795.230 (rispetto alle 1.074.241 del 2016). A Grottammare, invece, 55.754 arrivi e 343.790 presenze contro i 58.818 arrivi e le 409.181 presenze del 2016. Adesso non resta che capire in tempi stretti quale sia stato il reale andamento della stagione turistica in corso per poi rimboccarsi le maniche e studiare azioni a supporto del settore. Per tornare a leggere statistiche in positivo.