Un arresto per spaccio e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, possesso di arma clandestina, documenti falsi è il risultato di una operazione condotta dal personale della Squadra Mobile della Questura di Ascoli e del commissariato di San Benedetto.
Nell’ambito delle quotidiane attività istituzionali, svolte in stretta collaborazione, gli operatori di Polizia hanno appreso che presso una abitazione di campagna, situata nella prima periferia di San Benedetto, sulla strada che conduce ad Acquaviva Picena, era meta quotidiana di numerosi ragazzi, anche di giovane età, che lì si recavano per l’acquisto di sostanze stupefacenti del tipo eroina. Quindi, nella prima mattinata di sabato, gli operatori, dopo un servizio di appostamento protrattosi per qualche ora, che peraltro aveva consentito di notare un giovane, uscire più volte dalla predetta abitazione per raggiungere un boschetto poco distante, facevano irruzione all’interno dell’abitazione per dare corso ad una perquisizione d’iniziativa, al termine della quale veniva tratto in arresto il cittadino tunisino M.A. di 43 anni, con vari precedenti di Polizia, irregolare sul territorio nazionale.
La perquisizione, estesa poi nel boschetto di pertinenza del fabbricato e dove il giovane M.A. era stato notato addentrarsi, ha consentito di rinvenire, occultati fra la vegetazione, due vasetti in vetro, contenenti entrambi della sostanza stupefacente, poi rilevatasi essere eroina di ottima qualità. In particolare in uno dei due vasetti venivano rinvenuti ben 31 involucri (realizzati con del materiale di plastica termosaldati), pronte per la vendita “al dettaglio” e nell’altro un involucro, sempre in materiale plastico, più grande degli altri, contenente pure dell’eroina, probabilmente ancora non pronta per la cessione, ovvero ancora da “tagliare” e da confezionare in singole dosi.
Nel proseguo investigativo gli operatori hanno trovato, sempre nel boschetto, un altro barattolo in vetro contenente banconote di vario taglio, per un importo di poco superiore ai 3 mila euro, nonché, un sacchetto di nylon, di quelli utilizzati per la conservazione dei cibi in sottovuoto, all’interno del quale veniva recuperata una pistola calibro 22 con relativo caricatore e munizionamento. Inquietante il fatto che le matricole identificative dell’arma risultavano entrambe asportante mediante micro forature dei numeri seriali. Si deve necessariamente far rilevare che questo tipo abrasione rende del tutto inutile – per il fatto che il metallo dove viene impressa la sequenza alfa numerica della matricola identificativa viene letteralmente rimosso – ogni tentativo effettuato con acidi e/o altre soluzioni tecnico investigative, anche di laboratorio, per risalire alla matricola e quindi alla provenienza dell’arma. Nell’ambito della stessa attività, gli operatori rinvenivano e ponevano in sequestro oltre che due documenti falsificati, portante la foto di un noto pluripregiudicato che gravita sul litorale piceno e fermano ma con generalità ovviamente diverse, abilitati per l’espatrio, anche un machete delle dimensioni complessive superiori ai 40 centimetri.
Al termine dell’operazione il cittadino tunisino è stato arrestato per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, possesso di arma clandestina, documenti falsificati ed altro e ristretto presso il carcere di Marino del Tronto, a disposizione dell’autorità giudiziaria.