Se il dato demografico preoccupa per una città che si sta spopolando, con una media di 1,2 ascolani al giorno in meno nell’arco di un anno, con un calo – al primo gennaio 2018 – di 460 abitanti rispetto all’anno precedente e la popolazione scesa a 48773 abitanti (con nascite e morti che incidono solo per il 16%), un altro problema che appare a tutti gli effetti un rebus: l’emergenza casa. Un problema che mostra due contrapposte e stridenti facce della medaglia quando, nell’analizzare lo scenario attuale ad Ascoli, ci si trova ad affiancare una grave carenza di alloggi popolari, a basso costo, a fronte di quasi 300 famiglie in attesa (con l’Erap che cerca di tamponare), ad un progressivo svuotamento del centro storico tra palazzi inagibili che saranno recuperabili solo nell’arco di qualche anno, appartamenti chiusi e inutilizzati per scelta e, infine, abitazioni con canoni d’affitto in forte rialzo proprio per la carenza di appartamenti disponibili. In questo scenario, ci sono anche i programmi per nuovi insediamenti come quelli nell’area ex Carbon (ormai vicina all’avvio della bonifica dell’area) e nella zona del Centro direzionale a Porta Maggiore, oltre a quelli programmati ma ora in attesa di imprese pronte ad investire nelle zone di Monterocco, sopra Borgo Solestà, e di Villa Rendina a Monticelli. In teoria oltre mille appartamenti da realizzare, considerando che di mezzo, però, c’è l’andamento lento di un mercato che risente ancora pesantemente della crisi economico-occupazionale e delle difficoltà di creare nuove famiglie.
In uno scenario alquanto frammentato, per quanto riguarda il discorso casa ad Ascoli, uno appare, in questo momento, il punto fermo: la domanda di abitazioni c’è, ma riguarda fondamentalmente la necessità di alloggi a basso costo – sia in locazione che da acquistare – a causa delle difficoltà economiche di molte famiglie. Ed ecco, quindi, la lunga coda (virtuale) davanti alla porta dell’Erap per trovare una casa popolare o la richiesta di giovani coppie che provano a restare in città di appartamenti a costi calmierati o agevolati che dir si voglia, per evitare di essere attratti dai prezzi più vantaggiosi a qualche chilometro di distanza da Ascoli. Sempre più difficile, invece, appare trovare – per chi volesse invertire la tendenza – un appartamento in affitto nel cuore della città, laddove quei pochi disponibili sono in molti casi inaccessibili, per una fascia di popolazione, a causa dei canoni rialzatisi a seguito dell’effetto-terremoto. Un effetto che, in realtà, si è propagato anche in altri quartieri con edifici più recenti.
Per quel che riguarda la prospettiva, per i prossimi anni, a livello immobiliare, c’è – come detto – il discorso dell’area ex Carbon che, dopo la bonifica, prevede la realizzazione di quello che sarà a tutti gli effetti un nuovo quartiere tra il centro e Porta Maggiore. Ma il discorso è, ovviamente, proiettato a lungo termine. Così come si attende lo sblocco di nuove unità abitative ed uffici nella zona del Centro direzionale, a ridosso della stazione ferroviaria. Ma anche in questo caso non si tratta di insediamenti dietro l’angolo. Infine, il punto interrogativo sulle due aree già disponibili, in base alle indicazioni del Piano casa comunale, ma in cerca di imprese pronte ad investire a Monterocco (circa 140 alloggi) e a Villa Rendina (290 alloggi).