Ben 111 dipendenti ed ex dipendenti della Provincia hanno presentato un ricorso al giudice del lavoro del Tribunale di Ascoli contro l’ente per il mancato pagamento delle economie registrate dopo la ripartizione delle risorse decentrate a valere dal 2011 fino al 2016. Un ricorso che è stato notificato alla Provincia e che ora vede l’ente pronto a contrastare le tesi dei dipendenti considerando il ricorso «infondato in e fatto e in diritto» e costituendo per resistere in giudizio. Lo scontro legale in questione, in ogni caso, si impernia su cifre sicuramente non trascurabili, considerando il numero dei dipendenti direttamente interessati dal provvedimento così come dal riferimento delle somme in ballo a ben sei anni. E proprio per il fatto che il giudizio in questione risulta di notevole entità ed importanza, nonché complesso in quanto riguarda la materia dei fondi per le politiche di sviluppo delle risorse umane e per la produttività relative al Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto delle Regioni e delle autonomie locali, l’Amministrazione provinciale ha deciso di affidare l’incarico di tutela dell’ente ad un avvocato esterno. Questi contesi fondi per le risorse decentrate altro non sarebbero che una prestazione retributiva accessoria per i dipendenti degli enti pubblici. Ovvero emolumenti integrativi che, secondo quanto stabilito da ciascun ente, sarebbero costituiti – senza entrare troppo nel tecnico – da somme derivanti da risparmi gestionali o da piani di razionalizzazione e destinate all’incentivazione del personale. Ma dietro questa semplicistica definizione si nascondono chiavi di lettura e interpretazioni normative che possono dare vita a questi scontri a livello legale che, alla fine, portano la questione davanti a un giudice per poter lasciare a quest’ultimo la decisione finale. Quel che è certo è che, in caso di sentenza negativa da parte del giudice chiamato ad esprimersi su questa vicenda, per la Provincia potrebbe arrivare una “mazzata” non trascurabile a livello economico.