Soldi per il terremoto finiti: problemi per Cas e altri contributi. Spesi finora 652 milioni

Non ci sono più soldi in cassa per finanziare tutto ciò che riguarda il post-terremoto, dalla ricostruzione ai Cas, ovvero i contributi di autonoma sistemazione. E’ stato esaurito il fondo speciale per il terremoto del 2016 che la Regione Marche, attraverso la Protezione civile, aveva a disposizione per coprire tutte le spese autorizzate legate alla fase del post sisma. E questo viene confermato da una lettera inviata da David Piccinini, dirigente della Protezione civile marchigiana ai Comuni e agli altri enti nell’area del cratere, tra cui ovviamente Ascoli.

Una comunicazione d’ufficio, secondo quanto confermato dallo stesso Piccinini, che ovviamente ha sollevato un polverone perché di fatto, ora qualsiasi spesa legata al post terremoto, fino a che il Governo – sollecitato dalla Regione – non sbloccherà nuovi fondi. Finora, secondo quanto confermato nella lettera inviata da Piccinini, sono stati spesi complessivamente 652 milioni di euro, ma ora il problema, aldilà della ricostruzione e quindi dei contributi per gli interventi sugli immobili (che saranno da questo momento congelati), si creerà una grave difficoltà per tutte quelle famiglie, oltre 800 solo quelle ascolane, che si ritrovano con il problema di non vedersi erogare regolarmente il pagamento dei contributi di autonoma sistemazione. Considerando che devono percepire ancora il mese di luglio. Ed in effetti, proprio per quel che riguarda il Cas, aldilà dei conteggi ritardati, sul sito specifico della Regione Marche, nei prospetti relativi ai possibili pagamenti delle mensilità da luglio a settembre compare, per tutti i comuni, la scritta “in elaborazione”.

E adesso le famiglie che si ritrovano senza casa e senza la disponibilità immediata dei contributi per il pagamento degli affitti di abitazioni sostitutive rischiano di trovarsi in gravi difficoltà. Dovendo sobbarcarsi sulle loro spalle, fino allo sblocco dei nuovi fondi speciali richiesti al Governo, questi canoni di affitto in attesa di tornare – ma anche su questo fronte, non essendoci fondi disponibili, ci saranno ritardi e rallentamenti – nelle proprie abitazioni attualmente inagibili. Un grave problema nel già grave problema della ricostruzione.

Tutto questo adesso lascia capire anche il motivo della lettera inviata la scorsa estate agli enti locali per comunicare che le famiglie sarebbero dovute rientrare entro l’anno dagli alberghi e le altre strutture ricettive

Ha scatenato il caos la lettera inviata da David Piccinini, dirigente della protezione civile della Regione Marche, ai Comuni del cratere. Quello che lui comunica però, stando alle sue parole, sarebbe di fatto normalissima prassi amministrativa con l’aggiunta di una novità: cioè l’invito a prendere impegni solo dopo essersi accertati di avere le coperture finanziarie e a razionalizzare le spese.

“E’ normale, – ha confermato Piccinini in una dichiarazione all’Ansa – che la Regione finisca i soldi e ne richieda altri al Governo. La mia lettera era un documento puramente amministrativo. La lettera è molto chiara, al momento c’è una indisponibilità di cassa sulla contabilità speciale e in accordo con il Presidente Luca Ceriscioli, abbiamo già inoltrato una nuova richiesta alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dipartimento Protezione Civile, con tutte le stime di spesa. Ma questo  non significa che non spenderemo più. Al momento la nostra richiesta è in fase di istruttoria, di esame”.

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