Resta un grosso punto interrogativo sulle coperture economiche per dare certezze sui vari interventi e le attività ancora da sostenere per il post terremoto. Basteranno i soldi sbloccati con la recente firma dalla Protezione civile nazionale per dormire sonni tranquilli? E come si sopperirà a quei 43 milioni di euro in più che la Regione aveva richiesto una volta esauriti i fondi disponibili per coprire tutte le spese arretrate e stimate fino al prossimo mese di dicembre e mancano all’appello? Come si tamponerà la differenza per coprire tutte le spese previste da qui a fine anno, considerando in primis proprio i famigerati Cas, i contributi di autonoma sistemazione, oltre, ad esempio, a quelle per una ricostruzione che è ancora solo nella fase iniziale? Restanto dubbi e interrogativi, soprattutto a chi sta percependo il Cas a tozzi e bocconi con un paio di mesi di ritardo (considerando che solo qualche giorno fa è stato pagato il contributo di luglio) e si trova anche a dover anticipare i canoni di affitto per l’abitazione temporanea a fronte di una casa abbandonata per inagibilità. Ma gli stessi dubbi attanagliano anche tutti coloro che devono avviare gli interventi di ricostruzione, dal pubblico al privato.
Quello che fa riflettere e non lascia dormire sonni tranquilli è, senza ombra di dubbio, quella differenza di circa 43 milioni di euro esistente tra la richiesta di fondi da parte della Regione, a fronte dell’esaurimento delle disponibilità di cassa, e la somma concessa – secondo quanto confermato dal presidente Ceriscioli – dalla Protezione civile nazionale con apposito annuncio della firma da parte del capo dipartimento Borrelli. Stiamo parlando di una richiesta della Regione che Ceriscioli ha quantificato in 223 milioni di euro a fronte di un impegno di trasferimento di una somma, dalla Protezione civile, pari a 180 milioni. Tanto da portare Ceriscioli a commentare «vedremo anche cosa significa questa differenza…».
Se il discorso si ricollega alla lettera del dirigente della Protezione civile regionale Piccinini, inviata ai sindaci dei territori colpiti dal terremoto, ecco che le perplessità aumentano. E questo perché proprio nella lettera si legge che la somma richiesta dalla Regione è relativa alla coperture di spese per impegni già assunti e previsioni di spesa fino a dicembre 2018. Testualmente, Piccinini scrive: «Stante l’attuale indisponibilità di cassa sulla contabilità speciale numero 6023 intestata alla Regione Marche, in accordo con il presidente della giunta regionale, si è provveduto ad inoltrare una nuova richiesta di finanziamento al dipartimento della Protezione civile nazionale con indicate le stime di spesa sino al 31 dicembre 2018». Ciò significa che i 180 milioni in arrivo serviranno a coprire solo una parte delle spese previste dalla Regione fino a dicembre. Cosa rimarra fuori? E, soprattutto, che succederà a gennaio? Basterà una nuova richiesta di stanziamento? Sfollati (che tra l’altro si vedono anche applicare il costo dei bonifici per il Cas) e ricostruzione, tremano ancora.