Tra le migliaia di provvedimenti legati al post terremoto, ecco affiorare il caso di un edificio parzialmente inagibile in via dei Sabini che in prima istanza, per un mero errore di trascrizione, aveva visto la relativa ordinanza erroneamente indirizzata verso un altro edificio nel vicino corso Mazzini che, in realtà, inagibile non risultava. E ora, a causa della mancata individuazione, da più di dieci anni, di eredi del proprietario morto, ecco che a ritrovarsi la patata bollente di dover mettere in sicurezza l’edificio si trova lo Stato, divenuto automaticamente proprietario dell’immobile e soggetto chiamato ad affidare i necessari interventi per evitare problemi e rischi per la pubblica incolumità relativamente allo stato della porzione inagibile del fabbricato in questione.
Il primo ostacolo procedurale, anche con qualche problema per un altro edificio e i suoi proprietari, nell’ambito di questa vicenda post terremoto tutta particolare, è risultato quello dell’errata ordinanza che per un mero errore formale (che in un volume di pratiche e provvedimenti che riguardano quasi 10 mila fascicoli ci può sicuramente stare e soprattutto che nasceva da un disallineamento tra catasto fabbricati e catasto terreni) aveva attribuito l’inagibilità e, quindi, tutte le relative conseguenze e prescrizioni da rispettare, per un altro edificio che si trova su corso Mazzini, praticamente adiacente a quello che, in realtà, era inagibile in via dei Sabini. Ma dopo la segnalazione del capocondomino dell’edificio erroneamente tirato in ballo, ecco che ora la situazione è stata sistemata con la giusta attribuzione della parziale inagibilità. A questo punto, però, ecco un ulteriore colpo di scena: l’impossibilità di individuare eredi del proprietari, dopo dieci anni dalla sua morte, che praticamente rende automatico un procedimento di acquisizione del fabbricato da parte dello Stato. Ed ecco che ora si dovrà procedere agli interventi ritenuti necessari consistenti nella messa in opera di tiranti e di transenna ture, alla protezione dei passaggi e all’interdizione dell’appartamento disabitato per la precarietà copertura in legno. L’ennesimo intervento in un centro storico che ormai è pieno di transenne e impalcature.