La Saba risponde alla richiesta della commissione consiliare gestioni dirette dell’Arengo, inoltrata lo scorso 30 ottobre dal presidente Matteucci, declinando l’invito a fornire dati e conteggi. L’attesa risposta è arrivata, proprio ieri, ma, oltre a mettere in dubbio la possibilità di poter ancora far valere l’opzione di acquisto dei parcheggi (che in realtà dovrebbe passare attraverso l’acquisto delle quote della società che li gestisce…), di fatto la stessa Saba erige un muro riguardo informazioni e conteggi richiesti che ritiene siano dati aziendali strettamente riservati. Per il resto, secondo la società, si deve fare riferimento al Piano economico finanziario vigente. Nessun dato, dunque, viene fornito in risposta alla missiva inviata da Matteucci a nome della commissione. Commissione che proprio nelle ultime ore aveva approvato all’unanimità di procedere con ulteriore sollecito alla Saba per ottenere un riscontro. Il riscontro che ora è arrivato, ma che elude e respinge le richieste di informazioni e di dati specifici. Ponendo anche dubbi sulla percorribilità dell’opzione di riacquisto. Una risposta che ha spinto ora il presidente Matteucci a riconvocare d’urgenza, già per lunedì prossimo, la commissione consiliare per valutare, sulla base di quanto suggerito dall’avvocato Giuseppe Falciani (individuato come consulente dallo stesso Matteucci), la possibilità di eventuali prossime azioni in relazione alla convenzione con la Saba al fine, poi, di sottoporle all’attenzione del consiglio comunale.
Poche righe, ma eloquenti quelle inviate dalla Saba a Matteucci in risposta alla richiesta di informazioni relative a diversi aspetti della convenzione, tra cui eventuali ragioni di credito vantate nei confronti del Comune, gli incassi degli ultimi 5 anni (separati tra posti a raso e strutture), le spese di gestione degli ultimi 5 anni, gli incassi delle sanzioni amministrative per lo stesso periodo.
«Facciamo seguito alla sua richiesta, – scrive l’amministratore delegato di Saba Italia – relativa all’articolo 9 bis della convenzione del 12 luglio 2002 in relazione alla cui concreta e perdurante applicabilità ci riserviamo ogni più opportuna considerazione, anche congiunta. Al riguardo evidenziamo che la citata disposizione disciplina espressamente i criteri di valutazione delle commesse ivi indicate, rapportandoli al Piano economico finanziario vigente. L’ulteriore documentazione richiesta non ci pare conferente e fa inoltre riferimento a dati aziendali strettamente riservati». In pratica, come detto, si ritengono non strettamente attinenti le richieste relative a dati aziendali come incassi e spese di gestione.