Tempi da tartaruga per la fase della ricostruzione post terremoto ad Ascoli. Basti pensare che per quel che riguarda Ascoli-città, su almeno un migliaio di pratiche previste (in base alle schede Aedes) solo 251 a oggi sono state presentate e, monitorando i tempi , la media è di 0,7 pratiche presentate al giorno. Ovvero meno di una pratica ogni giorno. Il che lascia intendere che, di questo passo, perché tutte arrivino a destinazione per la richiesta dei contributi per gli interventi di sistemazione e messa in sicurezza, occorreranno circa altri 750 giorni, ovvero altri due anni. Per poi dover attendere altri mesi prima che si completi l’iter.
A segnalare le forti difficoltà è ancora una volta, come già manifestato in precedenza, il direttore dell’Ufficio regionale per la ricostruzione Cesare Spuri. E lo ha fatto supportando il tutto con dei numeri eloquenti, di fronte ad una platea di ingegneri, architetti e geologi durante l’intervento ad un convegno: circa 365 giorni, in media, per definire una pratica per un immobile con danni pesanti: 83 se ne vanno con la prima elaborazione del progetto, altri 26 per la compilazione e il caricamento della pratica sulla piattaforma informatica Mude; 120 giorni in media per l’istruttoria, altri 80 per arrivare all’emissione del decreto di concessione dei contributi, cui vanno aggiunti 57 giorni per l’avvio del cantiere. Tutto questo considerando anche possibili allungamenti dovuti alla richiesta, da parte degli uffici, di documenti integrativi.
Anche i dati relativi alle pratiche presentate dagli ascolani per la ricostruzione lieve, parlano chiaro. Come detto, la media è di meno di una pratica al giorno formalizzata sul tavolo dell’Ufficio ricostruzione. A dimostrazione della complessità e ridondanza delle procedure burocratiche e tecniche, come lo stesso Spuri conferma. Fatto sta che dallo scorso 27 ottobre a ieri, 4 dicembre, confrontando le due tabelle relative alle pratiche presentate, risultavano presentate solo 27 pratiche nell’arco di 27 giorni. Ovvero 0,7 pratiche al giorno. E si è passati da un totale di 224 a 251 pratiche presentate per edifici ad Ascoli. Se si considera che le pratiche previste in base alle schede Aedes potrebbero essere almeno un migliaio, significa che potrebbero servire, andando di questo passo, altri 750 giorni che corrispondono a due anni. Facile capire, dunque, come si preannunci ancora lontana l’ipotesi di vedere completati gli interventi di sistemazione degli edifici inagibili in città, dovendo aggiungere ai due anni delle ultime pratiche che arriveranno sul tavolo dell’Ufficio ricostruzione, i tempi cui fa riferimento lo stesso Speri per la conclusione della pratica e l’apertura del cantiere. Di questo passo, paradossalmente, il rischio sembra essere il dover consegnare tutta la pratica ricostruzione nelle mani della prossima generazione.