Autovelox a Monticelli, la Regione chiederà incontro in Prefettura per l’eventuale disattivazione

Anche l’autovelox di Monticelli,  dopo quello sulla strada Picena, potrebbe essere disattivato. La Regione Marche (proprietaria del tratto dell’ex Salaria in questione), nella risposta ad un’interrogazione presentata dal consigliere regionale del M5s, Giorgini,  ha confermato nero su bianco di voler richiedere un incontro al prefetto di Ascoli per valutare, dati aggiornati alla mano, se mantenere o dismettere quel rilevatore di velocità che in questi ultimi anni ha fatto strage di automobilisti dal punto di vista delle sanzioni. Adesso, dunque, dopo le sollecitazioni di alcuni automobilisti e la battaglia intrapresa su questo fronte anche dal Movimento 5 stelle ascolano, arriva nero su bianco la posizione della Regione attraverso la risposta ad una interrogazione presentata dal consigliere regionale Peppino Giorgini. Una risposta, quella dell’ente regionale, che oltre a evidenziare la richiesta di incontro con il prefetto pone l’accento anche sullo “scarso” stato di quel tratto dell’ex Salaria verso Monticelli.

 

Dopo essere finito nel mirino anche attraverso una serie azioni e dichiarazioni da parte di alcuni cittadini, cui si è affiancato poi il Movimento 5 stelle, il caso autovelox a Monticelli arriva ora ad uno snodo importante: la volontà della Regione, in risposta all’interrogazione presentata da Giorgini, di incontrarsi col prefetto per prendere una decisione sull’eventuale dismissione del rilevatore di velocità. Nello specifico, nella risposta scritta al consigliere di M5s, il dirigente regionale competente scrive che per quanto riguarda la ex Salaria (235) attualmente di proprietà della Regione, l’ente «intende chiedere un incontro al prefetto per verificare congiuntamente la pericolosità, incidentalità, volumi di traffico su tale strada, al fine di valutare la necessità o meno del permanere di tali rilevatori della velocità per la sicurezza dei cittadini». E si aggiunge, riguardo incongruità e carenze del tratto stradale in questione, che è stato eseguito «apposito sopralluogo presso il viadotto segnalato al km. 183, verificando la rispondenza dei luoghi alla situazione segnalata» e che il giudizio sulla pavimentazione stradale e la segnaletica, è «scarso».

 

A commentare il caso è il consigliere comunale di M5s Massimo Tamburri, che segue dall’inizio la vicenda autovelox: “Cominciamo a vedere la fine di un battaglia nella quale sin da subito abbiamo affiancato alcuni cittadini. E abbiamo visto che l’unione fa la forza. Prima ci siamo mossi a livello di consiglio comunale, poi a livello regionale e parlamentare. Non è un problema prioritario, ma significativo e simbolico perché si tratta della distorsione di uno strumento per la sicurezza  che ha portato a far pagare i cittadini e che va avanti dall’epoca di Celani, poi proseguito con D’Erasmo e nonostante l’ultima dichiarazione, anche Castelli che si schiera contro, non ha fatto nulla. A noi i documenti risultano chiari sin dall’inizio, anche per quel che riguarda la bassa incidentalità, ma ci sono voluti mesi di battaglia per evidenziare lo stato dei fatti. E tutte le altre forze politiche non lo hanno fatto».

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