Un quartiere nel quartiere. E’ questo, in estrema sintesi, il Piano relativo al Cento direzionale, a Porta Maggiore, che porterà nuovi insediamenti o ampliamenti per complessivi 60.000 metri cubi tra case (in prevalenza), uffici, negozi ed eventuali attività alberghiero-ricettive. Il lungo percorso iniziato addirittura negli anni ‘90, poi congelato ed ora ripreso dall’Arengo, dopo il parere positivo della Provincia, con qualche prescrizione, si avvia verso l’l’adozione da parte della giunta comunale per poi arrivare, trascorsi altri due mesi per osservazioni e controdeduzioni, al possibile sblocco dei cantieri. E, quindi, alla possibilità per i vari proprietari di immobili nella zona tra il piazzale della stazione ferroviaria e l’edificio dell’Automobil club, di procedere con nuove costruzioni di varia tipologia. Il tutto dopo un rallentamento delle procedure dovuto anche al terremoto e alle sue ripercussioni sul lavoro degli uffici dell’Arengo.
Alla fine, passando anche attraverso l’ausilio di tecnici esterni, l’assessorato comunale all’Urbanistica guidato da Luigi Lattanzi è riuscito a riprendere e portare avanti l’iter che ora dovrà portare allo sblocco definitivo del Piano per il nuovo Centro direzionale e, quindi, all’avvio di interventi per la realizzazione o riqualificazione di immobili finalizzati ad ospitare soprattutto nuove case, ma anche uffici e attività commerciali. Anche se l’aspetto direzionale, che originariamente era preponderante, sarà come detto meno consistente rispetto all’edilizia residenziale. E questo alla luce del tentativo fallito, nel passato, di riuscire ad avere un più consistente insediamento di uffici, ma anche per favorire il ripopolamento della città. «Alla conclusione del lungo ed estenuante iter – spiega l’assessore Lattanzi – si sta finalmente arrivando alla fine con l’adozione del Piano attuativo, poi osservazioni e controdeduzioni e, infine, l’approvazione definitiva. Un altro importante pezzo di città sarà riqualificato attraverso un intervento che persegue il nostro obiettivo prioritario di favorire il ripopolamento della città».
Il nuovo Piano attuativo che riguarderà, come detto, tutta quella zona di Porta Maggiore tra la stazione ferroviaria e viale Rozzi, riattiverà cantieri per arrivare a creare nuove residenze, attività di servizio e insediamenti di tipo direzionale-commerciale-ricettivo. Complessivamente, si prevedono costruzioni o ampliamenti volumetrici di edifici esistenti per un totale di circa 60.000 metri cubi oltre alla possibilità di interventi di recupero degli edifici esistenti senza incrementi volumetrici. I nuovi insediamenti residenziali, ovvero ad uso esclusivamente abitativo potranno arrivare a circa 31.000 metri cubi, quelli a destinazione mista residenziale-direzionale-commerciale saranno di 9.300 metri cubi. Gli insediamenti solo direzionali (ovvero destinati ad uffici) saranno di 2.000 metri cubi, mentre quelli solo commerciali di 4.000 metri cubi, cui però vanno aggiunti quelli misti direzionali-commerciali di 8.500 metri cubi e quelli a destinazione ricettiva-alberghiera- commerciale che saranno di 6.500 metri cubi. I proprietari di alcune aree, in base al Piano attuativo, dovranno cedere gratuitamente al Comune l’area che ospita l’autostazione (utilizzata per il capolinea dei bus) e, sempre gratuitamente, anche l’area che ospita la viabilità di collegamento tra via Marini e l’autostazione. Dopo lunghi anni di silenzio, dunque, si intende sbloccare la possibilità di edificare o ampliare le volumetrie, come nel caso dell’edificio che ospita l’Aci (innalzamento di due o tre piani), in tutta la zona tra via Luciani e viale Indipendenza che si estende per 25.080 metri quadrati.