A un mese dall’entrata in vigore del provvedimento deciso dalla Ciip di chiudere l’acqua nelle ore notturne, è tempo di fare i primi bilanci e di fare il punto sulla grave crisi idrica che affligge il Piceno a seguito del terremoto. La portata delle sorgenti viene tenuta costantemente sotto controllo e a preoccupare maggiormente sono quelle di Foce di Montemonaco e di Pescara del Tronto giunte al minimo storico del livello di acqua a disposizione. Stando agli ultimi rilevamenti, però, il processo di decrescita registrato negli ultimi mesi sembra essersi arrestato e, pertanto, è auspicabile che con il passare dei giorni la portata torni gradualmente a crescere. L’andamento delle sorgenti è in linea con il dato storico in possesso alla Ciip e dagli studi effettuati è probabile che, come avvenbuto negli anni precedenti, durante la prima decade di marzo le portate delle sorgenti tornino a crescere con un incremento che solitamente è di circa due litri al secondo ogni giorno. Se così dovesse essere, per la metà di marzo si avrebbe a disposizione una quantità d’acqua sufficiente per poter riaprire il flusso idrico anche di notte che ha permesso di accrescere significativamente il livello dell’acqua all’interno dei serbatoi. Basti che in quello dell’Annunziata, che alto cinque metri e con una capacità di circa 10mila metri cubi di acqua rappresenta è uno dei più grandi a disposizione della Ciip, prima della chiusura il livello dell’acqua all’interno si aggirava intorno agli ottanta centimetri pari a circa 1600 metri cubi d’acqua. A distanza di trenta giorni, le chiusure notturne hanno consentito di accumulare 2,5 metri d’acqua pari a circa 5mila metri cubi di risorsa idrica a disposizione. Una quantità suffiuciente a garantire il flusso per alcune ore qualore si verificasse la necessità di dover intervenire sulla condotta. «Voglio ringraziare tutti i cittadini che in questo mese hanno dovuto fare i conti con la chiusura dell’acqua nelle ore notturne – ha tenuto a sottolineare il presidente della Ciip, Giacinto Alati -. Hanno dimostrato grande senso di responsabilità facendodi carico di un problema che è reale». La sospensione ha causato anche alcuni disguidi come la torbidità dell’acqua e il sapore di cloro che però, tranne in qualche raro caso, sono stati superati e accettati dagli utenti.
Se, da un lato, la Ciip sta cercando di riaprire l’acqua nelle ore notturne alla metà di marzo, dall’altro si sta preparando per la definitiva entrata in funzione dell’impianto di soccorso di Castel Trosino che dovrebbe avvenire all’inizio di aprile. Per ottenere il via libera, la Ciip deve attendere che venga effettuato dalle autorità competenti il prelievo dell’acqua in Primavera. La normativa vigente, infatti, impone che, per ottenere le autorizzazioni per immettere acqua nell’acquedotto, che vengano eseguite le analisi sui campioni di acqua prelevati nelle quattro stagioni. Dopo aver fatto analizzare l’acqua nelle altre tre stagioni, manca solo i risultati della Primavera e poi si potrà inaugurare l’impianto che metterà al riparo i cittadini di Ascoli e Maltignano da eventuali sospensioni.