Per accelerare la ricostruzione post sisma e debellare le infiltrazioni mafiose sulle risorse, i lavori debbono essere affidati alle imprese locali. Sui ritardi della ricostruzione post terremoto potremmo stare a parlare qui per ore ma quella delle polemiche è una guerriglia che ormai mi interessa poco perché di fatto non porta nulla di costruttivo per le comunità del cratere sismico. La gente vuole fatti concreti, è stanca di ascoltare le promesse dei politici, poi lo scarica barile tra il Commissario di prima e quello dopo. Il rimbalzare di ordinanze su ordinanze, siamo addirittura arrivati alla n. 71. La politica deve comportarsi come fa un chirurgo di fronte ad un tumore invasivo: deve adottare metodi straordinari e debellare alla radice il tumore per salvare la vita al paziente. C’è un solo dato di fatto sul quale riflettere: siamo in emergenza. Il terremoto è un fatto straordinario con conseguenze straordinarie. La conseguenza più logica dunque è pensare e legiferare in modo straordinario. Perché abbiamo di fronte un fatto davvero molto rischioso per la nostra gente ed è quello che sulle risorse della ricostruzione piombino i falchi della malavita organizzata che bene sa infiltrarsi nelle pieghe degli appalti e soprattutto delle lungaggini burocratiche. La procura antimafia di Ancona ha già scoperto questo genere di infiltrazioni. Allora occorre che la politica si assuma oneri straordinari. Tutto passa sulla richiesta di deroga alla legge europea della concorrenza. Perché qui la concorrenza è straordinaria, può essere mafiosa. C’è un solo modo di affrontare la questione: occorre consentire alle imprese locali, che ben si conoscono e non sono infiltrate dalla criminalità, di provvedere alla ricostruzione. Le Procure saranno sollevate da inchieste lunghe e quindi con tutti i ritardi possibili, ulteriori, sulla ricostruzione. Ma, fatto ben più rilevante, si darà lavoro a persone del posto, e parliamo di territori con alti tassi di disoccupazione. Perché la ricostruzione deve provvedere non solo a far risorgere paesi ed edifici, ma con la redistribuzione di lavoro concorre ad un altro fattore essenziale che è quello della rinascita sociale. Allora faccio un appello a parlamentari nazionali ed europei di tutti i colori perché costituiscano una lobby che sia un compressore nei confronti dell’Unione Europea perché conceda in fase emergenziale una deroga straordinaria, con ampi aspetti e conseguenze sociali, legata esclusivamente all’area del cratere sismico del centro Italia.