È stato sentito nei giorni scorsi dai magistrati l’agente di commercio nella cui auto, lo scorso 3 febbraio, venne rinvenuto un pacco sospetto tanto da far scattare l’intervento dei vigili del fuoco del nucleo Nbcr per prevenire eventuali pericoli di radioattività fino a quando si accertò che si trattava di cesio 133 non radioattivo. Gli inquirenti gli avrebbero chiesto di spiegare per quale motivo stava trasportando il metallo il cui uso più frequente è quello nella realizzazione degli orologi atomici. L’uomo avrebbe riferito di aver acquistato il cesio 133 parecchi anni fa e che ora, a distanza di molto tempo, aveva deciso di liberarsene e di rivenderlo. Nel corso dell’interrogatorio, sarebbero emersi alcuni elementi su cui ora starebbero lavorando gli investigatori. Intanto, mercoledì scorso il personale dell’Asur ha effettuato ulteriori test per scongiurare del tutto il pericolo che si trattasse di materiale non radioattivo al fine di poterlo rimuovere il pacco sospetto dall’abitacolo dell’automobile che dopo essere stata posta sotto sequestro, per esigenze investigative, era costudita all’interno della caserma del comando provinciale di Ascoli. Essendo stato rimosso il cesio, la Procura può ora disporre il dissequestro dell’autovettura.
L’allarme scattò intorno alle 19 dello scorso 2 febbraio, quando nei pressi della pista ciclabile di Pagliare i carabinieri si sono insospettiti per la presenza all’interno della Citroen di un pacco sospetto con dentro un materiale o una sostanza che si pensava potesse essere pericoloso. A quel punto venne richiesto il supporto della squadra speciale dei vigili del fuoco per estrarre il contenuto sospetto dall’auto in massima sicurezza. L’intera area nelle vicinanze del campo sportivo della frazione di Spinetoli venne perimetrata in via precauzionale per evitare eventuali rischi ai residenti della zona. Dopo circa un’ora i vigili del fuoco accertarono che si trattava di cesio non radiottivo che può essere utilizzato in molteplici attività. I militari dell’Arma contestualmente ulteriori controlli anche per valutare che non fossero state commesse violazioni di carattere amministrativo relative al trasporto di quel particolare metallo. L’allarme di lì a poco cessò ma contestualmente venne avviata l’indagine che è tutt’ora aperta.