Nonostante tutto, le piccole attività commerciali ascolane stringono i denti e provano ad andare avanti, in una situazione che, comunque, appare ancora critica sia per i postumi del terremoto che ancora si fanno sentire, sia per il trend di incassi e fatturati sicuramente in ribasso anche in questo primo trimestre del 2019. Una situazione che, di fatto, sembra paralizzata dal punto di vista dei numeri per tutte quelle aziende non incluse nel settore food, con attività che provano a tenere botta sperando di ritrovare flussi e incassi con la stagione più calda. Più movimento si registra, invece, per chi opera nel settore del food, tra ristoranti, bar e locali pubblici che fanno registrare, dall’inizio dell’anno ad oggi, 7 nuove aperture (sia in centro che in periferia) a fronte di 2 cessazioni. Un saldo, quindi, positivo a conferma che proprio il “food” rappresenta una sorta di valvola di sfogo per chi abbia ancora il coraggio di investire.
Una situazione che ha riguardato trasversalmente sia le attività del centro storico che diverse della periferia e anche all’interno dei centri commerciali. Dal punto di vista statistico, però, non ci sono state cessazioni nel settore “no food”, mentre due sono state le chiusure relative al settore “food”. In questo senso, però, si sono registrate 7 nuove aperture, tra pizzerie al taglio, wine bar, ristorazione e bar, di cui 3 in centro, 2 in zona industriale e 2 in periferia. In ogni caso, negli ultimi 7-8 mesi del 2018, invece, si era registrato un lieve ma crescente incremento delle cessazioni complessive (tra food e no food) tra le attività tradizionali, a fronte di un lento ma graduale incremento delle attività e-commerce, quindi con la vendita online con consegna a domicilio. Certo è che l’ennesimo periodo tutt’altro che proficuo, unito allo sviluppo del commercio elettronico, sta rischiando di fiaccare la resistenza di tutte quelle attività tradizionali che provano a non mollare.
